La Commissione presenta oggi il primo rapporto, ma ci sono state delle anticipazioni: di 120 miliardi di fatturato illecito 60 sono nello Stivale
Ben 120 miliardi, 60 dei quali in Italia. Il peso della corruzione fa segnare numeri impietosi in Europa ma soprattutto nello Stivale, dove ad essere colpiti dal malaffare sono oltre il 10% delle gare per appalti pubblici, quando invece in Francia e Olanda i tassi di corruzione si attestano rispettivamente al 3% e all’ 1% delle gare per l’aggiudicazione dei contratti.
Oggi la commissaria europea agli Affari interni Celicia Malmstrom presenterà il primo rapporto della Commissione europea sulla corruzione, e i dati non potranno che ricalcare quelli presentati poco tempo fa al Parlamento europeo dalla Price&Waterhouse, per conto dell’Olaf – l’agenzia antifrode dell’Unione europea. Dei 120 miliardi che ogni anno si stima che l’Europa perda a causa della corruzione, circa 60 miliardi – la metà – viene dall’Italia. Un primato in negativo difficile da eguagliare, e che evidenzia quanto il nostro Paese sia a rischio ed abbia importanti carenze nella trasparenza.
Il rapporto è stato presentato all’Europarlamento come contributo ad un’audizione sui costi della corruzione nelle gare di appalto continentali. A livello europeo, sono i corsi di formazione ad essere colpiti maggiormente. La possibilità che “bustarelle” e “mazzette” circolino in questo settore si verificherebbe in oltre un caso su quattro (28%), seguita dal settore idrico (27%). Meno frequenti invece i casi di corruzione nel settore stradale (13%) soprattutto grazie ai controlli più stretti. Il dato è invece quasi il doppio nelle ferrovie, soprattutto alla voce “materiali”.
In Italia, il problema principale sono le gare truccate, quelle in cui la partecipazione è richiesta “pro forma” ed il vincitore è in realtà già stato deciso precedentemente a tavolino. Fenomeno che si verifica in oltre il 63% delle violazioni delle regole. Il conflitto di interesse – cioè l’attribuzione a parenti o amici – è “appena” al 23%.
Secondo il rapporto, posta 100 la massima correttezza e legalità, l’indice italiano si ferma solo a 57, in compagnia dei rumeni a 55. Francia e Olanda sono rispettivamente a 91 e 97.
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