La Rada dà l’ok alla liberazione degli incarcerati negli ultimi mesi ma chiede in cambio di liberare gli edifici occupati. L’Alto rappresentante: “Pensare a nuove elezioni libere e imparziali”
Dopo l’abrogazione delle leggi anti proteste che avevano fatto esplodere le violenze di piazza, il Parlamento ucraino ha approvato anche l’amnistia che restituirà la libertà a tutti i manifestanti incarcerati nel corso degli ultimi due mesi. Il via libera è arrivato nella notte, al termine di una seduta fiume straordinaria, con 232 voti favorevoli e 11 contrari. Quello che potrebbe sembrare un segnale distensivo sta in realtà creando nuova tensioni con l’opposizione che ha deciso di astenersi, viste le condizioni imposte dal partito al potere. La legge sarà infatti applicata solo quando i manifestanti avranno lasciato gli edifici occupati negli ultimi giorni.
Ieri, intanto, l’alto rappresentante della politica estera europea Catherine Ashton nel corso della sua visita a Kiev ha chiesto di mettere fine “alle violenze e all’intimidazione” nel Paese, sostenendo la necessità di un reale dialogo tra le autorità e l’opposizione. L’Alto Rappresentante ha sottolineato l’importanza della legge di amnistia, così come di riforme costituzionali, “e poi, andando ancora oltre di pensare a prossime elezioni, elezioni libere e imparziali, che si svolgeranno in futuro e l’importanza di un impegno di coloro che possono contribuire a sostenere tale processo”.
Sulla questione ucraina continuano anche le tensioni tra Russia ed Europa. Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel ha telefonato al presidente russo Vladimir Putin per esortarlo a fare pressione a favore di un “dialogo costruttivo” per risolvere la crisi politica. Un invito a cui il Cremlino ha risposto con un comunicato che definisce “inaccettabile” ogni interferenza esterna sugli affari dell’Ucraina.
L. P.
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