La giovane e l’esperto. Una tedesca e un francese. Ska Keller e José Bové sono il mix che in Europa potrebbe funzionare, indicato dai sostenitori dei Verdi dell’Ue per guidare la prossima Commissione europea. Sono loro i vincitori delle primarie verdi che, però, non hanno avuto il successo di partecipazione che ci si augurata. Qualcosa, forse nell’organizzazione di questo esperimento in 28 paesi , non ha funzionato al meglio. Bisogna considerare che si trattava di una “prima” assoluta e che mai nessun partito europeo aveva tentato di mettere in piedi un meccanismo simile. Ma anche concedendo le attenuanti del caso è difficile non ammettere che le primarie del Partito Verde europeo non siano state un successo. Aperte dal dieci di novembre, le votazioni online tra i quattro candidati, il francese José Bové, le tedesche Ska Keller e Rebecca Harms e l’italiana Monica Frassoni, si sono concluse oggi con il conteggio delle preferenze e l’ufficializzazione dei due “vincitori”, che si contenderanno il ruolo di candidato ufficiale alla Presidenza della Commissione.
In tutto hanno partecipato alla votazione 22 mila 676 persone (che potevano esprimere una o due preferenze). Un risultato non soddisfacente, se si pensa che i cittadini europei con diritto di voto sono all’incirca 375 milioni. I due vincitori sono la giovane (32 anni) Ska Keller, l’eurodeputata candidata dalla Federazione dei giovani verdi, che si è aggiudicata 11.791 preferenze e Josè Bové, vicepresidente della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, con 11.726 voti. Saranno loro, da adesso in poi, a guidare la campagna europea dei Greens.
In terza posizione si è piazzata la co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, Rebecca Harms con 8.170 preferenze e in ultima posizione l’unica non parlamentare europea dei quattro Monica Frassoni, presidente del Partito verde europeo e anche unica candidata italiana alla presidenza dell’esecutivo Ue tra tutti i partiti europei: per lei sono arrivati in tutto 5.851 voti.
Che le cose non siano andate esattamente come sperato i Verdi sono i primi ad ammetterlo. Troppo anticipo rispetto alla data delle elezioni, una procedura di voto online complicata (per garantire libertà e segretezza del voto)e anche qualche errore interno, commenta Reinhard Butikofer, tedesco co-presidente dei Verdi europei: “Non lo descriverei come un disastro, ma certo non sono contento: circa un quarto di quelli che sono andati sul sito non sono riusciti a votare per problemi telematici. In più la prossima volta – dice – non lanceremo la campagna di voto prima del break natalizio, questo uccide tutte le dinamiche. Poi ci sono stati anche errori interni, come il non avere specificato cosa avremmo fatto per la protezione dei dati”. Ma non tutto è da buttare: “Costruire la democrazia europea non è facile – sottoline Butikofer – e almeno i verdi sono abbastanza coraggiosi, o se volete folli, da provarci”.
I risultati non spengono comunque l’entusiasmo dei due vincitori: “Sarà nostro compito portare una dimensione europea nelle campagne nazionali dei Verdi. Le primarie ci hanno mostrato che ci sono moltissime persone entusiaste che lotteranno per gli ideali dei Verdi” commenta Ska Keller. “Condurrò questa campagna per difendere un’Europa che protegga le donne e gli uomini dalla globalizzazione che sta distruggendo il lavoro e l’ambiente”, si impegna Bovè, che su come si sceglierà tra i due il candidato ufficiale alla presidenza dell’esecutivo Ue ammette: “Restiamo lucidi, continuiamo la campagna insieme ma non pensiamo che saremo davvero i finalisti”.
Ridimensiona il flop anche la candidata italiana, che ricorda come spesso in Italia le votazioni online del Movimento 5 Stelle, fortissimo sul web, non arrivino ai 20 mila partecipanti. “Abbiamo dimostrato di essere capaci di portare avanti una campagna comune transnazionale. Queste Primarie portano un chiaro messaggio: si può e si deve fare politica a livello Ue” commenta Frassoni, che definisce anche i quasi 6 mila voti ottenuti “un risultato dignitoso”, vista la dimensione del partito dei Verdi in Italia, rispetto agli altri Paesi. “Non ci ha sorpreso che nei Paesi del sud sia stato più difficile far sentire la nostra voce, ma è anche per questo motivo – spiega – che stiamo lavorando sul progetto di Green Italia: per riportare l’ecologia e l’Europa nella discussione politica italiana”