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    Home » Economia » Dalla Commissione nuove norme per la stabilità delle grandi banche

    Dalla Commissione nuove norme per la stabilità delle grandi banche

    Regole di separazione per evitare che investimenti rischiosi possano far crollare gli Istituti di credito e costringere i cittadini a pagare per salvarli

    Perla Ressese di Perla Ressese
    29 Gennaio 2014
    in Economia
    Michel Barnier

    Michel Barnier

    La Commissione europea ha proposto oggi nuove norme per impedire alle banche più grandi e più complesse di dedicarsi alla rischiosa attività di negoziazione per conto proprio. Le nuove norme puntano a conferire alle autorità di vigilanza il potere d’imporre a queste banche di separare alcune attività di negoziazione potenzialmente rischiose dalla funzione di raccolta di depositi, se l’esercizio di tali attività compromette la stabilità finanziaria. Contestualmente a questa proposta, la Commissione ha adottato, spiega una nota, delle “misure di accompagnamento volte ad accrescere la trasparenza di alcune operazioni nel sistema bancario ombra. Le misure odierne vengono a completare le riforme a tutto campo già avviate per rafforzare il settore finanziario dell’UE”.

    Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno presentando la propopsta ha spiegato che : “queste proposte sono l’ultima tessera che serve a completare il mosaico della revisione delle regole che disciplinano il sistema bancario europeo. La normativa -ha spiegato – riguarda l’esiguo numero di banche di grandissime dimensioni che, senza queste regole, potrebbero risultare ancora troppo grandi per fallire, troppo costose da salvare, troppo complesse per risolverne le crisi”.

    Secondo il commissario se queste proposte diventeranno legge “faranno sì che le conseguenze degli errori commessi dalle banche non siano scaricate sui contribuenti. Le proposte sono calibrate attentamente in modo da assicurare il delicato equilibrio tra stabilità finanziaria e presenza delle condizioni che permettono l’erogazione di prestiti all’economia reale, elemento che riveste particolare importanza per la competitività e la crescita”.

    La proposta non piace ad Hannes Swoboda, presidente del gruppo S&D al Parlamento europeo, secondo il quale “arriva troppo tardi e offre troppo poco. Gli Stati hanno già lavorato da soli alla riforma del sistema bancario, creadno le proprie regole e dunque ora diranno ‘no grazie’ alle proposte della Commissione”..

    Dall’inizio della crisi finanziaria, l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno attuato una profonda revisione della regolamentazione bancaria e della vigilanza nel settore. L’UE ha avviato riforme per attenuare l’impatto dei potenziali dissesti bancari, nell’intento di creare un sistema finanziario più sicuro, più trasparente e più responsabile “che sia al servizio dell’economia e della società nel suo complesso”. Per aumentare la resilienza delle banche e per attenuare l’impatto dei loro potenziali dissesti, sono state adottate nuove norme sui requisiti patrimoniali per le banche  e sul risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie. È stato dato avvio all’Unione bancaria.

    Però è comunque ancora possibile che alcune banche dell’UE continuino ad essere troppo grandi per fallire, troppo grandi per essere salvate e troppo complesse per risolverne le crisi. Sono quindi necessarie ulteriori misure, in particolare la separazione strutturale dei rischi connessi con le attività di negoziazione delle banche dalla funzione di raccolta di depositi da esse assolta.

    La proposta prevede:

    – il divieto di negoziazione per conto proprio in strumenti finanziari e in merci, ossia la negoziazione per conto proprio al solo scopo di ottenere un utile per la banca, attività che comporta molti rischi ma nessun beneficio tangibile per i clienti della banca o per l’economia in genere;

    – il potere dell’autorità di vigilanza, e addirittura l’obbligo in determinate circostanze, d’imporre il trasferimento di altre attività di negoziazione ad alto rischio (attività di supporto agli scambi, operazioni complesse in derivati e cartolarizzazioni, ecc.) a entità giuridiche di negoziazione distinte all’interno del gruppo, per scongiurare il rischio che la banca aggiri il divieto di svolgere determinate attività di negoziazione effettuando attività occulte di negoziazione per conto proprio che, per le proporzioni troppo grandi che assumono o l’elevato indebitamento che generano, possono mettere a repentaglio la banca nel suo complesso e il sistema finanziario in genere. La banca avrà la possibilità di non separare le attività se sarà in grado di dimostrare all’autorità di vigilanza che i rischi generati sono attenuati tramite altri mezzi;

    – le norme che disciplinano i rapporti economici, giuridici, operativi e di governance tra l’entità di negoziazione distinta e il resto del gruppo bancario.

    La proposta prevede poi una serie di misure volte ad aiutare autorità di regolamentazione e investitori a comprendere meglio le operazioni di finanziamento tramite titoli, che nella crisi finanziaria hanno costituito una fonte di contagio, di indebitamento e di prociclicità.

    Perla Ressese

    Tags: banchebarniercommissione europeaHannes Swoboda

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