Un’indagine mostra l’impatto economico e sociale nei Paesi sotto programma. In Portogallo persi 800 mila posti di lavoro, a Cipro crescita della disoccupazione “senza precedenti”
Da quando la Grecia è sotto il programma della Troika, un quarto delle attività del Paese è letteralmente andato in fumo: il Pil è calato del 25%. È solo uno dei dati contenuti nell’indagine che la Confederazione dei sindacati europei (Etuc) ha condotto sull’attività della Troika nei Paesi sotto programma (oltre la Grecia anche Cipro, l’Irlanda e il Portogallo) e ha presentato nel corso di un audizione davanti alle commissioni Problemi economi e Lavoro del Parlamento europeo. Dati sufficienti a fare parlare il sindacato di un “totale fallimento”, per l’economia ellenica ma non solo.
In Grecia, evidenzia la Confederazione di sindacati, il numero di posti di lavoro è sceso del 18%, gli investimenti sono collassati e il debito pubblico continua ad aumentare: nel 2013 ha raggiunto il 176% del Pil. “In Grecia l’applicazione del programma di austerità della Troika è incompatibile con la giustizia sociale” fanno notare i sindacati: “Ha smantellato lo Stato sociale, rafforzato gli elementi estremisti e intolleranti. Nazionalismo, razzismo e xenofobia corrono a riempire il vuoto causato dal mancato rispetto delle istituzioni democratiche”.
Ma la situazione degli altri Paesi sotto programma non è molto diversa. In Portogallo le politiche di austerità messe in campo dalla Troika hanno portato ad un forte calo dei consumi interni che, spingendo l’economia in recessione, ha finito per pesare sulle finanza pubbliche. Così, secondo i sindacati, nel 2014 il deficit pubblico riuscirà al massimo a rispettare il target del 4% del Pil, ma il rapporto sarà comunque di poco inferiore al 4,4% registrato nel 2010. A questo va aggiunto che il debito pubblico è schizzato dal 94% del Pil nel 2010 al 127,8% nel 2013. E che dal 2008 ad oggi 800 mila posti di lavoro (il 15% dell’occupazione) sono andati persi.
Per quanto riguarda Cipro i sindacati evidenziano soprattutto conseguenze sociali “senza precedenti”. La disoccupazione cresce ad un ritmo elevatissimo: è passata dal 5% del 2009 al 17,3% del settembre 2013. E non sembra destinata a fermarsi: secondo le previsioni avrà raggiunto il 20% entro la fine del 2014. Ancora più grave la situazione per i giovani. A settembre 2013 quelli senza lavoro erano il 37%.
Il rapporto della Condederazione dei sindacati europei è meno critico sull’Irlanda. “Il recupero – si legge soltanto – sarebbe stato più veloce con aggiustamento fiscale più lento”. Anche nel Paese comunque la disoccupazione è cresciuta non poco, passando dal 9% del 2008 al 27,8% del 2012.
Secondo i sindacati, insomma, sugli effetti dell’intervento della Troika nei Paesi sotto programma ci sarebbe molto da ridire. Non soltanto per gli effetti economici e sociali ma anche perché, sottolineano, non è stato rispettato il dialogo sociale: “I principi fondamentali dei Trattati dell’Unione europea – fa notare la segretaria confederale dell’Etuc, Veronia Nilsson – devono essere rispettati in tutti i tempi. Il fatto che i programmi siano stati elaborati sotto la pressione del tempo e dei mercati non cambia questo, al contrario”.
Letizia Pascale