Se usate Twitter sono sicura che avrete visto uno dei tanti tweets sponsorizzati da Bill Gates – sponsorizzati perché li vede anche chi non è un suo follower – con il link alla lettera annuale della Bill & Melinda Gates Foundation ‘Gatesletter.com‘. Io ho visto solo la versione digitale, ma esiste in versione cartacea. Comunque, in un solo giorno, ho letto almeno tre suoi tweets (e, al contrario di quello che alcuni membri della mia famiglia sostengono, non passo la giornata a controllare Twitter).
Perché vi dico questo ? Perché mi sembra un meraviglioso esempio di una serie di cose :
1) Non vorrei nemmeno sapere quanto gli siano costati tutti quei tweets distribuiti per un giorno intero così ampiamente e così spesso, e certo i soldi non sono davvero un problema per Bill Gates. Ma sta di fatto che io l’ho visto, l’ho aperto e l’ho letto, cosa che forse non avrei fatto se non fosse apparso su Twitter. Quindi, come posso dirlo in modo originale ? I soldi parlano e …. pagano .
2 ) La lettera – perlomeno quella digitale – è molto ben fatta. Uno può non essere d’accordo con il contenuto (Gates e sua moglie Melinda stanno cercando di smontare tre miti che secondo loro bloccano il progresso nella lotta alla povertà), ma il modo in cui gli argomenti sono presentati è chiaro e molto attraente. Ci sono delle belle grafiche, video interviste ben argomentate e fotografie interessanti – fantastiche quelle di Città del Messico, Nairobi e Shanghai anni fa e oggi. Si può condividere molto facilmente – tutta o solo una sezione – passare senza problemi da una sezione all’altra e leggere in sei lingue. È vero che è piuttosto lunga come lettera, in parte per tutti questi elementi extra, ma anche perché ci vuole del tempo per sfatare miti così radicati. Insomma, è bella a vedersi e si legge volentieri. La qualità …. paga .
3) Verso la fine di ogni mito ‘sfatato’, c’è una idea geniale . Ci viene chiesto se siamo o meno d’accordo con gli argomenti appena letti / ascoltati / visti. Quindi, interattività per noi e feedback per loro tutto in uno. Un modo intelligente di verificare se, così espressi, i messaggi funzionano e di permettere alla Fondazione di cambiarli se necessario. La comprensione …. paga .
3) Oltre a ‘spammarci’ tutti su Twitter, Bill Gates è andato anche in televisione a promuovere la sua lettera. E fin qui niente di stupefacente. Io ho visto il video su YouTube della sua intervista con Jimmy Fallon – l’ho vista perchè l’ha messa lui su Twitter. Nell’intervista appare come un uomo molto intelligente (ci credo, direte voi!) e attento, un buon interlocutore e sicuramente una persona che crede sinceramente nell’importanza e l’efficacia degli aiuti umanitari. E ammiro moltissimo il fatto che una grossa parte di quello che Gates guadagna vada in beneficienza. Ma, verso la fine dell’intervista, qualcosa mi ha lasciato alquanto perplessa. Ecco cosa:
Bene, già mi immagino come possa essere andata: siccome i suoi esperti di comunicazione sono lettori accaniti della mia rubrica e del mio blog, hanno capito l’importanza e la forza della comunicazione visiva, hanno quindi deciso di fare un video che potesse diventare virale. No, seriamente, è chiaro che il video voleva essere un po’ una battuta, e che l’idea che un uomo così potente si possa prendere in giro può essere vista come un’idea efficace; invece, almeno per me, guardare quel video, alla fine di una buona intervista per promuovere una fantastica iniziativa è stato un po’ un spiazzante, fuori contesto.
E la cosa più curiosa è che io adesso faccio veramente fatica a giudicarne l’efficacia. Perché? Beh, perché alla fin fine, dopo aver detto quello che ho appena detto, rimane il fatto che io il video l’ho guardato, l’ho condiviso e ci sto scrivendo un pezzo; quindi contribuisco, nel mio piccolo, al suo potenziale virale. Stavo per scrivere che video poco originali e ridicoli non pagano , ma sarà vero? Forse no.