In poche righe il ministero dello Sviluppo economico replica alle misure varate dalla Commissione per prevenire i rischi ambientali e per la salute legati all’estrazione: niente da comunicare a Bruxelles
Due righe secche e perentorie, dal tono quasi piccato, per rispondere alla Commissione europea che chiede ragguagli sulle disposizioni nazionali in tema di estrazione di gas di scisto (noto anche nel suo nome inglese di ‘shale gas’). E’ la risposta del ministero dello Sviluppo economico alla raccomandazione adottata ieri dall’esecutivo comunitario in cui si chiede agli Stati membri, tra le altre cose, di comunicare le misure adottate per la valutazione dei possibili effetti prima di concedere le autorizzazioni, stimare l’impatto ambientale e i rischi prima di concedere l’autorizzazione per ricavare il tipo di gas. Bruxelles monitorerà l’applicazione delle raccomandazioni e dopo 18 mesi potrà imporre norme obbligatorie se si renderà conto che queste sono state disattese.
“In merito alla Comunicazione e alla raccomandazione del 22 gennaio 2014 della Commissione europea si informa che l’Italia ha adottato nel marzo 2013 una Strategia energetica nazionale (Sen) che non prevede il rilascio di licenze per la ricerca e lo sfruttamento dello shale gas”, la nota diramata dal dicastero di via Veneto. L’Italia non ha nulla da dire e quindi nulla da dover comunicare a Bruxelles. Discorso chiuso.
R.G.
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