La Commissione europea sta per aprire una procedura di infrazione contro la Germania per la mancata applicazione della direttiva sulle emissioni degli impianti di condizionamento d’aria delle automobili, mancata applicazione che ha avvantaggiato la Mercedes. Dal primo gennaio 2013 gli impianti di condizionamento d’aria di nuovi modelli di veicoli hanno l’obbligo di usare un refrigerante con un impatto ridotto sull’ambiente: l’HFO 1234yf. Da quella stessa data il vecchio refrigerante (chiamato R134a) è stato vietato per tutti i nuovi modelli messi sul mercato e dal 2017 sarà vietato anche su tutti i nuovi veicoli costruiti. Nel settembre 2012 la Mercedes ha sollevato un presunto problema di sicurezza sul nuovo gas che, secondo la casa automobilistica, sarebbe più infiammabile e perciò pericoloso. Berlino ha allora chiesto una proroga per l’utilizzo del prodotto vietato e da allora è iniziato un braccio di ferro con la direzione generale dell’Industria, guidata da Antonio Tajani, che ha deciso oggi di non fare sconti alla Germania e le ha inviato una lettera di messa in mora, il passo precedente alla procedura di infrazione vera e propria. Ora Berlino ha due mesi di tempo per dare le dovute spiegazioni a Bruxelles, se non lo farà partirà l’infrazione. “Il mio ruolo è quello di far rispettare le norme Ue – ha dichiarato Tajani – ma sono disponibile a trovare una soluzione con le autorità tedesche”.
Ma il problema non riguarda solo le case di produzione tedesche, ci sono già contatti con altri Paesi, soprattutto Gran Bretagna, Belgio e Lussemburgo, per valutare se anche altre case automobilistiche continuino a utilizzare il gas proibito nei nuovi modelli messi sul mercato. Molte aziende hanno continuato a farlo utilizzando un trucco: hanno prodotto nuovi modelli affermando che si trattava solo di vecchi modelli con alcuni cambiamenti, e in questo modo hanno continuato ad utilizzare il gas vietato che è più inquinante ma anche più economico.
Un primo scontro c’era stato l’estate scorsa tra il governo francese e la Mercedes. Parigi aveva bloccato la vendita delle Classe A, B, Cla e Sl i cui impianti di condizionamento utilizzano il refrigerante messo al bando. L’azienda tedesca si era allora rivolta al Consiglio di Stato del Paese che le aveva dato ragione e aveva obbligato la Francia a rimettere in vendita i modelli bloccati. Se la procedura di infrazione iniziata dall’esecutivo di Bruxelles dovesse dimostrare che la Germania non aveva validi motivi per non rispettare le regole le cose potrebbero diventare molto più complicate sia per la Mercedes che per tutte le altre case automobilistiche che hanno continuato a produrre veicoli con il gas proibito. Secondo i numeri in possesso della Commissione sono almeno 130mila i veicoli tedeschi fuori norma, e molti altri non sono ancora stati individuati. Il rischio è che debbano essere ritirati dal mercato.
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