François Hollande è nel mirino della stampa mondiale e assieme a lui tutta l’immagine della Francia affonda, paralizzata dalla mancanza di riforme, dalla crisi economica e ora ridicolizzata dai facili costumi del suo presidente. All’improvviso sembra essersi trapiantata su questa sponda dell’Atlantico la morale americana secondo cui la bugia privata inevitabilmente suscita l’inaffidabilità pubblica e i francesi stessi, che a queste ipocrisie non hanno mai creduto, ora sembrano in bilico. La République va alla deriva e perde credibilità anche in Europa, dove la si accusa di immobilismo e arretratezza, ancora di più quando conduce le sue battaglie solitarie come quella contro i gas di scisto e contro le derive provocate dalla direttiva sul distacco dei lavoratori.
Nessuno pensa che invece, contrariamente a tutti i grandi paesi europei, la Francia ha una politica estera, una visione del mondo, e che la porta avanti quasi da sola, perfino là dove neppure gli Stati Uniti arrivano. Con i propri mezzi militari, senza quasi nessun aiuto dagli alleati, la Francia ha vinto una guerra in Mali e ora ne sta ingaggiando un’altra nella Repubblica centrafricana, a difesa di una stabilità della regione che è strategica per gli interessi europei. Fu la Francia a farsi carico del coordinamento della missione di sostegno alla rivolta libica e oggi nel conflitto siriano la Francia è l’unico paese europeo a dichiararsi pronta ad un intervento militare. Mentre il Regno Unito è in affanno, si chiama fuori da ogni intervento in Siria e ha inflitto tali tagli alle sue forze armate da suscitare le critiche degli stessi vertici militari, mentre la Germania insiste a mantenere in politica estera un nanismo politico che non si confà certo alla sua posizione di grande potenza economica, la vecchia Francia ha ancora il coraggio di guardare oltre le sue frontiere e di perseguire il suo interesse nel mondo. Che incidentalmente è anche quello di tutta l’Unione europea.
Anche noi non ci tiriamo indietro alla facile battuta che deride la polverosa grandeur francese e molta nostra stampa tratta Hollande come un re travicello afflitto dal vorrei ma non posso. Sarebbe invece bello avercene di come lui, avercene anche solo un briciolo della politica estera francese, noi che fatichiamo anche a pattugliare le nostre coste, ci facciamo scappare pregiudicati, mafiosi, evasori fiscali e terroristi ma non riusciamo a fare scappare due marò da una prigione indiana.
Diego Marani