Dopo gli sforzi fatti per normalizzare i rapporti con il Kosovo, oggi Belgrado compie il primo passo per diventare il ventinovesimo Paese membro. Barroso: “Inizio di un capitolo completamente nuovo”
La Serbia inizia ufficialmente il lungo percorso per diventare il ventinovesimo Paese membro dell’Unione europea: da oggi si aprono formalmente i negoziati di adesione. Un primo passo importante possibile dopo che l’Ue ha riconosciuto come significativi gli sforzi compiuti dal Paese per normalizzare i rapporti con il Kosovo. Con lo storico avvio dei negoziati, formalizzato in occasione della prima conferenza intergovernativa che si è aperta oggi a Bruxelles tra Ue e Serbia, Belgrado spera di ottenere anche un impulso che risollevi la sua economia in difficoltà. I negoziati inizieranno con i due principali e più difficili capitoli negoziali che dovranno essere affrontati per arrivare all’ingresso nell’Ue: quello giudiziario e quello sui diritti fondamentali.
Oggi il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso ha incontrato la delegazione di Belgrado, guidata dal primo ministro Ivica Dacic, accompagnato dal vicepremier Aleksandr Vucic, dal ministro degli Esteri Ivan Mrkic e dal ministro dell’Integrazione Ue Branko Ruzic.
“E’ l’inizio di un capitolo completamente nuovo nelle nostre relazioni e un grande successo” ha commentato Barroso. “Elogio la Serbia per gli sforzi fatti sulle riforme e per i progressi degli ultimi anni. I cittadini serbi – ha aggiunto – hanno una forte aspirazione europea e noi continueremo a supportare il Paese per progredire, passo dopo passo, sul cammino europeo”. “Questo è davvero un giorno storico per la Serbia e per l’Ue”, ha commentato anche il commissario all’Allargamento, Stefan Fuele.
“Quando la Serbia sarà membro della famiglia europea ci saranno opportunità anche per chi ha perso il lavoro in Italia”, ha commentato Franco Frattini, ex ministro degli Esteri e Consulente del governo serbo per le trattative di adesione all’Ue. “Non ci sarà completamento del percorso di riunificazione” ha sottolineato Frattini, “finché anche i membri dei Balcani occidentali non faranno parte della famiglia europea”.