L’Aula chiede di non toccare la libera circolazione. Verhofstadt (Alde): “Senza non c’è Europa”
La relatrice Marinescu (Ppe): In Gran Bretagna dibattito ridicolo per mascherare fallimenti
Quello alla libera circolazione è un diritto senza il quale “non c’è l’Europa” e per questo chiunque provi a limitarlo, per i cittadini di qualsiasi Stato membro, “non solo mina uno dei più grandi successi dell’integrazione europea e uno dei sui principali valori fondamentali” ma “blocca anche la crescita e la creazione di ricchezza”. Con queste parole il capogruppo dei liberali dell’Alde, Guy Verhofstadt, ha commentato l’approvazione di una risoluzione trasversale dei gruppi popolare, socialista, liberale,Verde e della Sinistra Unita, che chiede gli Stati membri a rispettare le disposizioni del Trattato sulla libera circolazione. La polemica è diretta contro il governo Cameron che sta discutendo di una possibile limitazione dei diritti dei cittadini bulgari e romeni, le cui restrizioni temporanee alla libera circolazione sono scadute il 1° gennaio 2014. Bulgaria e Romania sono entrate nell’Ue nel 2007: il loro trattato di adesione prevedeva un periodo transitorio di 7 anni durante il quale sarebbero rimaste valide una serie di restrizioni, tra cui quella alla libera circolazione. E oggi per evitare una temuta “invasione” il premier britannico David Cameron sta studiando l’introduzione di diverse limitazioni sull’isola.
Ma per il relatore del testo a Strasburgo, Marian-Jean Marinescu (Ppe), quello in corso nel Regno Unito è un “dibattito ridicolo” che “deve finire”, un dibattito “da politici populisti che vogliono vincere voti e mascherano i loro fallimenti amministrativi e le performance economiche sfavorevoli dei loro Paesi”. “Tutti quelli che come Cameron pronunciano discorsi sciovinisti e carichi di odio, dovrebbero vergognarsi si se stessi” ha rincarato la dose Cornelia Ernst della Gue, sottolineando che “non ci può essere nessuna discriminazione in base al luogo di origine”.
La risoluzione sottolinea proprio che con l’avvicinarsi delle elezioni europee, la libera circolazione dei cittadini comunitari si è trasformata in una questione di campagna elettorale per alcuni partiti. “Certi politici sembrano non capire che attaccando questo valore fondamentale dell’Ue non fanno altro che alimentare l’intolleranza, la stigmatizzazione e la xenofobia” ha affermato la liberale Renate Weber.
Al contrario di quanto previsto da Cameron, che teme che l’arrivo di cittadini bulgari e rumeni graverà soprattutto sul sistema di previdenza sociale del Regno Unito, la risoluzione sottolinea che recenti studi della Commissione hanno dimostrato invece che i lavoratori stranieri sono contribuenti netti alle economie e ai bilanci dei paesi ospitanti e per questo per i deputati anche se solo il 2,8% di tutti i cittadini europei vive in un paese dell’Ue diverso dal proprio, essi sono comunque un elemento chiave per il successo del mercato interno e per il rafforzamento dell’economia comunitaria. “Gli europei emigrano in altri Stati per lavorare, non certo per reclamare benefici sociali” ha concluso Marinescu.
Alfonso Bianchi
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