Come alcuni re, come Silvio Berlusconi, anche Gianni Vattimo ama parlare di sé in terza persona, e lo fa anche nel post che poi firma col suo nome sul suo blog. Come tanti re e come Silvio Berlusconi, e come tanti politici a sinistra e a destra e al centro e ovunque, anche Gianni Vattimo vorrebbe restare dentro il sistema per cambiarlo, e dunque vorrebbe restare deputato europeo.
Al Parlamento europeo il suo lavoro non è stato tra quelli più notati: in questa legislatura, sino ad oggi, in quatto anni 10 interventi da un minuto, tre volte relatore ombra su materie legate all’istruzione, due dichiarazioni scritte. E’ stato invece molto attivo nel sindacato ispettivo, con 91 interrogazioni e nel firmare proposte di risoluzioni presentate da vari parlamentari, 25.
Come dice lui stesso, parlando di Gianni Vattimo che è nato nel 1936, “Ora, 2014, avrebbe anche il diritto-dovere di pensionarsi, ma non ne ha voglia: ha ancora impegni politici, anzitutto la lotta NoTav”, che però non si combatte più a Strasburgo, lì è finita da tempo e i NoTav hanno perso.
Lui al Parlamento ci vuole tornare, per essere lì sembra, più che per continuare una battaglia politica nell’Idv, partito nel quale è stato eletto. “Di Pietro, a cui si sente ancora profondamente legato – racconta sempre Vattimo di Vattimo -, programma di ricandidarsi in Europa come capolista di IdV, ma senza chance di raggiungere il quorum… Il futuro di IdV in Italia sembra comunque legato alla possibilità di ritornare nell’area PD. Una possibilità a cui il trombando professore non è interessato”, anche perché proprio il Pd decise di non ricandidarlo dopo la fine della sua prima esperienza a Strasburgo voluta da Walter Veltroni, nel 2004. Riprovò con il PdCI, ma andò male.
Dunque, si domandano i due Vattimo “Che fare?”. Si rendono conto che ora “Unica via verosimile, provare con i Cinque Stelle, visto che sono l’alternativa ai due schieramenti “di regime”. Non avrebbe in realtà molto a che fare Gianni Vattimo (uno dei due, il che però non esclude l’altro) con i Cinque stelle, però uno dei due ricorda che “al Movimento il professore si sente legato da simpatie e solidarietà NoTav, oltre che dalle originarie tematiche dipietriste e dalla opposizione che ha sempre professato (e manifestato con il voto in Europa) al fiscal compact e alle misure dell’austerità napolitan-montiana”. Un ritratto che si adatterebbe a molti partiti, ma dovendone trovare uno che superi la soglia del 4% quello di Grillo ha quel “quid” in più che piace al professore.
Per un momento i Vattimi si pongono un dubbio eroico: “Però loro saranno interessati? Non lo prenderanno per un disperato che vuole a tutti i costi salvare la sua piccola poltrona? Un rischio che – e qui esce l’eroe, il guerriero che è in Vattimo – decide di correre, non considera affatto vergognoso quello che sta facendo”. Segue sfoggio di cultura: “Politique d’abord!”.
Dunque il professore-deputato si attiva, cerca i numeri di Grillo, non li trova, gliene danno di sbagliati, e alla fine trova solo una segreteria telefonica, alla quale, in pratica, si candida. Poi, per mostrare buona fede, “decide di iscriversi comunque subito al Movimento, offrendo di costituire un riferimento europeo: sarebbe il primo deputato europeo dei Cinque Stelle!”. Vero, e “Non è un’idea da buttare”, commentano all’unisono i due torinesi all’estero.
Grillo alla fine si accorge di tanto fuoco e lo chiama, ma, severo pur se “amichevole” (non si erano mai visti ne sentiti prima) gli spiega che “dovrà rispettare le procedure del Movimento per entrare nella lista dei candidati”. Il potere è al web.