Strasburgo chiede l’intervento della Commissione per bloccare il provvedimento di Valletta che darà il passaporto del proprio Paese, e quindi comunitario, a chi può pagare 650mila euro
Mathieu-Houillon (Ppe): “Non chiedono la residenza, vogliono aprire le porte al riciclaggio?”
La questione della vendita del passaporto maltese è arrivata anche a Strasburgo. In maniera compatta il Parlamento europeo dice di “No” alla commercializzazione della cittadinanza dell’Unione europea. L’Aula ha votato, con 560 voti favorevoli, 22 contrari e 44 astensioni una risoluzione che critica gli Stati come Malta che, mettendo in vendita il proprio passaporto ai cittadini non comunitari stanno di fatto aprendo le porte dell’Europa, almeno a tutti colore che possono permettersi di pagare cifre dell’ordine dei 650mila euro, ovvero quanto chiede Valletta in cambio della propria cittadinanza. Con una risoluzione, che però non ha valore legislativo, l’Aula di Strasburgo ha chiesto alla Commissione europea di indicare chiaramente se questi sistemi rispettano la lettera e lo spirito dei trattati Ue e delle sue norme in materia di non discriminazione.
Il Parlamento ha sottolineato che i diritti conferiti dalla cittadinanza dell’Unione, come quello alla libera circolazione e soggiorno, non devono essere trattati come un “prodotto commerciale” perché la cittadinanza europea implica un interesse nell’Unione e dipende dai legami personali con i suoi cittadini e i suoi Stati membri. “Vendere la cittadinanza Ue è una cosa semplicemente inaccettabile” ha dichiarato il liberale Jan Mulder, perché “cittadinanza europea dovrebbe basarsi su legami personali con l’Europa o con un cittadino dell’Ue. I diritti dei cittadini comunitari si basano sulla dignità umana e la fiducia. Tali valori non hanno prezzo e quindi non sono in vendita”. “Il commercio della cittadinanza europea è un vero problema” perché “trasmette il messaggio che non è necessario rispettare i criteri tecnici dell’Ue e i suoi valori per poterne acquisire la cittadinanza, basta soltanto avere i soldi” ha aggiunto l’eurodeputata Renate Weber (Alde).
Nello specifico il testo si riferisce a Malta, che a febbraio darà il via al suo programma di vendita, criticata per non aver imposto nemmeno “alcun requisito di residenza” e perciò non è chiaro se almeno i cittadini dell’isola mediterranea beneficeranno di questa nuova misura, ad esempio attraverso le imposte dei nuovi, facoltosi, concittadini, visto che gli investitori stranieri potrebbero non essere tenuti a pagare le tasse. “Sono rimasta profondamente scioccata dalla decisione del governo maltese di vendere i passaporti senza neanche un requisito di residenza e mi chiedo che cosa vogliono ottenere con un tale riforma: vogliono forse aprire le porte al riciclaggio di denaro?”, ha attaccato la portavoce del Ppe sul tema, Véronique Mathieu-Houillon. Il Parlamento ha chiesto perciò l’intervento dell’esecutivo di Bruxelles invitandolo ad esprimersi chiaramente sulla compatibilità di questi provvedimenti con lo spirito dei trattati dell’Ue e nello specifico di quello di Schengen.
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