In un’audizione a Strasburgo sul ruolo della Troika il banchiere ha difeso davanti agli eurodeputati l’operato di Francoforte: “Non posso dire che avevamo ragione al 100%, ma i fatti dimostrano che il nostro intervento fu efficace. All’epoca ci trovavamo nella peggiore situazione possibile”
dall’inviato a Strasburgo Alfonso Bianchi
L’intervento diretto della Bce in Spagna e Italia è stato fondamentale per evitare una crisi irrecuperabile nei due Paesi. È quanto ritiene l’ex presidente Bce, Jean-Claude Trichet, che nell’audizione alla commissione economica del Parlamento europeo, sul funzionamento e le strategie della Troika (Bce, Commissione e Fmi), ha affermato che: “Non saremmo qui tranquillamente a discutere se la Bce non avesse comprato titoli pubblici spagnoli e italiani”. Soprattutto nell’agosto 2011 l’Eurozona era in una situazione “drammatica” e sui mercati si stava scommettendo “pesantemente” contro Italia e Spagna. Fu allora che la Bce inviò le famose lettere ai governi italiano (allora presieduto da Silvio Berlusconi) e spagnolo con le indicazioni sulle decisioni da prendere per ottenere il sostegno della Bce attraverso l’acquisto massiccio di titoli sul mercato secondario. Una iniziativa inusuale che fu ritenuta una forte ingerenza negli affari interni di un Paese membro.
“Decidemmo che era possibile aiutare a ripristinare, e questo è il principale obiettivo della Bce, la corretta trasmissione della politica monetaria” e soprattutto “decidemmo di intervenire” perché altrimenti “come Bce, Paesi membri e Ue, avremmo perso credibilità agli occhi del mondo”. Per questo la Banca centrale “non negoziò” i termini dell’intervento con Spagna e Italia ma nella lettera, assicura il banchiere, “scrissi quello che ritenevo essere davvero la migliore soluzione per uscire da una situazione drammatica”. E oggi, col senno di poi, “non posso dire che avevamo ragione al 100%” ma “posso affermare che quello che abbiamo fatto ha dimostrato comunque di essere efficace per aver fatto uscire la Spagna dalla crisi”. “Non voglio dire che siamo nel migliore dei mondi possibili, ma all’epoca ci trovavamo nel peggiore dei mondi possibili” ha aggiunto Trichet.
Per tutta l’audizione l’ex presidente Bce ha difeso davanti agli eurodeputati l’operato della Troika che si è trovata a suo avviso a gestire una situazione emergenziale nella “peggiore crisi dopo la seconda guerra mondiale”. Trichet ha riconosciuto che le decisioni delle istituzioni Ue e dei governi “molte volte possono non essere state molto coraggiose e rapide”, però “senza ci sarebbe stata la crisi peggiore dalla prima guerra mondiale”. All’epoca “il problema principale era che alcuni Paesi purtroppo spendevano più di quello che guadagnavano” e a un certo punto “i risparmiatori hanno detto non vi diamo più fiducia, non finanzieremo per sempre il vostro deficit”. A quel punto per Trichet l’intervento della Troika è stato inevitabile. “La comunità internazionale – ha concluso – ha accettato di aiutare questi Paesi” ma dicendo che “dovevano tornare all’equilibrio interno e esterno” perché “senza non c’era una soluzione e una possibile via d’uscita”.