La decisione del governo maltese di mettere in vendita il passaporto agli stranieri che possono permettersi di pagare 650.000 euro è l’ulteriore prova che l’identità nazionale non esiste ed è solo una grande mistificazione di cui da troppo tempo viviamo succubi.
I maltesi, che se la sono inventata da poco, sono ancora abbastanza lucidi da rendersi conto della finzione e approfittarne. Non va dimenticato che anche la lingua maltese esiste grazie all’Europa. Quando si è troppo piccoli per fare numero, si può contare di più in Europa parlando una lingua propria che usando quella di altri. I maltesi l’hanno capito subito e hanno reso coerente in fretta una lingua che prima era solo una curiosità per glottologi. Oggi, con l’identità maltese, allegramente vendono quel che hanno appena inventato. In fondo è solo una questione di proprietà intellettuale. Ma la loro spregiudicatezza invece di scandalizzarci dovrebbe illuminarci.
È vero che noi che all’ideologia della patria abbiamo immolato milioni di persone partiamo da molto lontano. Ma la falla è aperta. Se il passaporto è in vendita e si può diventare maltesi aprendo il portafoglio, cosa resta del mito fondante della nazione? Di qualunque nazione? Immaginiamo di fare la stessa cosa noi italiani. È italiano chi paga. A prescindere dal lecito dubbio che pochi vogliano buttar così i loro anche tanti denari, dove finisce in questo mercato l’etica dell’appartenenza, a tradizione nazionale, il valore della patria, l’estremo sacrificio per difenderla e tutta la retorica di cui ci siamo ubriacati per due secoli?
Un tempo c’era il servizio militare a ricordare l’origine marziale di ogni costruzione nazionale e il maschio giuramento urlato sotto il tricolore al vento poteva fungere da rito iniziatico. Ma se oggi non resta più nulla a fare la differenza fra chi è nato a Malta e chi si è comperato il passaporto maltese, per tutta l’Europa si apre una voragine.
La via è aperta alla fondazione di nuovi Stati a fine di lucro, con le loro belle lingue e i loro passaporti in vendita. E noi potremo infine comperarci l’identità nazionale che vorremo o anche restare senza, che forse è l’estrema libertà.
Diego Marani