Dopo il clamore e le denunce seguite allo scandalo della carne equina spacciata per carne bovina, ora bisogna passare alla reazione perché in futuro nulla del genere possa più accadere. A chiederlo sono i parlamentari europei che in occasione della sessione plenaria in corso a Strasburgo hanno approvato (con 659 voti favorevoli, 24 contrari e 9 astensioni) una relazione non vincolante per chiedere controlli rafforzati.
In particolare i deputati hanno insistito su un tema particolarmente caro all’Italia, quello dell’etichettatura dei prodotti, inviato un chiaro messaggio alla Commissione: si acceleri nella stesura di un progetto di legge che migliori la tracciabilità, rendendo obbligatoria l’indicazione del Paese di origine non soltanto per le carni fresche ma anche per i prodotti trasformati.
Proprio lo scorso dicembre, l’esecutivo Ue ha deciso di introdurre nuove regole in materia, rendendo obbligatorio indicare in etichetta il luogo dell’allevamento e della macellazione anche per le carni di maiale, pollo, pecora e capra. In precedenza indicare l’origine in etichetta era indispensabile solo per la carne di manzo, in seguito alla crisi della mucca pazza. Non abbastanza secondo gli eurodeputati che chiedono di estendere le regole anche ai prodotti trasformati.
“Un passaggio importante, quello odierno”, commenta il presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro (S&D): “Il Parlamento Ue – sottolinea – ha ribadito che l’obbligo relativo a un’etichettatura chiara ed esaustiva sull’origine è essenziale e può contribuire a contrastare le frodi promuovendo una maggiore trasparenza lungo la catena di approvvigionamento alimentare”. La richiesta alla Commissione, concorda Giommaria Uggias (Alde) è quella di “darsi una mossa”: “Non si tratta solo di una questione economica per il nostro Paese che ha nell’agroalimentare un suo settore trainante, ma stiamo decidendo – continua Uggias – su norme che attengono la salute dei cittadini, come hanno dimostrato gli ultimi scandali sull’utilizzo improprio della carne di cavallo. È fondamentale che i consumatori siano messi a conoscenza di ogni singola fase della intera filiera di mercato: dove nascono, dove si allevano, dove vengono macellati e, per concludere, dove vengono messi in commercio le carni animali”.
Ma la relazione approvata immagina, oltre all’etichettatura, altri strumenti da mettere in atto. I deputati chiedono una definizione armonizzata di frode alimentare a livello europeo e invitano la Commissione a potenziare l’Ufficio alimentare e veterinario dell’UE (Uav) che conduce le ispezioni. Altre idee sono un utilizzo più ampio del test del Dna per impedire qualsiasi tipo di frode, la creazione di una rete europea contro le truffe alimentari e controlli più approfonditi sui prodotti alimentari congelati.
Per i deputati è fondamentale anche che l’Ue fissi sanzioni più severe per la frode alimentare: devono corrispondere, chiedono, almeno a un importo doppio rispetto a quello del vantaggio economico previsto con l’attività fraudolenta. Per i casi di frode che mettano a repentaglio la salute pubblica devono poi essere previste anche sanzioni penali.
Gli ostacoli per la tutela del consumatore però non mancano: a complicare le cose c’è infatti la natura complessa e transfrontaliera della catena di produzione, unitamente al carattere prevalentemente nazionale dei controlli, delle sanzioni e delle misure di applicazione.
“Il primo ostacolo consiste nella mancanza di dati comparabili, che rende difficile l’individuazione di un quadro esatto del problema. Tuttavia, stiamo parlando di miliardi di euro e la criminalità organizzata ha chiari interessi al riguardo” spiega la relatrice Esther De Lange (Ppe). Non c’è infatti il solo scandalo della carne equina. I deputati hanno ricordato molti altri casi: il sale per disgelo stradale venduto come sale alimentare, l’utilizzo di alcol al metanolo nei superalcolici, il grasso contaminato da diossina nella produzione di alimenti per animali, oltre alla scorretta etichettatura delle specie ittiche e dei prodotti del mare.