Il Presidente della Commissione all’Aula di Strasburgo: “Non c’è spazio per il compiacimento, c’è troppa disoccupazione e le imprese non hanno i mezzi per creare posti di lavoro”
dall’inviato a Strasburgo Alfonso Bianchi
È vero che “la recessione è alle nostre spalle” ma “non c’è spazio per nessun genere di compiacimento” perché “non possiamo ancora dire di essere usciti dalla crisi”. È quanto ha dichiarato il Presidente dell’esecutivo comunitario, José Manuel Barroso, nel suo intervento sul semestre di presidenza lituano alla plenaria del Parlamento europeo. Agli eurodeputati Barroso ha spiegato che “con un tale livello di disoccupazione in alcuni Stati membri” e con “molte delle nostre aziende, specialmente Pmi” che mancano “dei necessari mezzi per investire e creare lavoro” c’è ancora molto lavoro da fare anche se le previsioni più catastrofiche sono state smentite, come quelle di chi “fino a non molto tempo fa prevedeva l’implosione dell’euro”. Una leggera crescita è comunque “attesa”, secondo il Presidente, grazie al “recupero della fiducia dei consumatori e degli investitori”.
Ma l’Ue deve continuare a lavorare per attrezzarsi nella prevenzioni di possibili, nuove, crisi del settore finanziario. Per questo “nei mesi a seguire la nostra principale priorità resta l’Unione bancaria”. Per Barroso la Commissione Ue avrebbe preferito un sistema unico di risoluzione delle crisi banche “pienamente fondato sull’approccio comunitario” in quanto “siamo preoccupati che la dimensione intergovernativa per trasferire e mutualizzare i fondi nazionali aggiunge indubbiamente ulteriori complessità non necessarie”. Secondo il compromesso raggiunto in Consiglio le regole per trasferire le riserve finanziarie nazionali prelevate dalle banche al meccanismo unico di risoluzione faranno parte di un accordo intergovernativo, una cosa criticata anche dal Parlamento europeo che in questo modo è stato escluso da qualsiasi decisione sull’argomento. La scelta è stata dettata dal fatto che ciò permetterà ai governi di mantenere la piena e assoluta responsabilità dell’operazione senza introdurre una condivisione finanziaria in un quadro istituzionale Ue.
Ma quello che è stato concordato è comunque meglio di niente per Barroso che ha sottolineato che “con un approccio diverso non si sarebbe mai potuto avere il consenso del Consiglio” e per questo le domande da porsi a suo avviso sono: “Possiamo sprecare l’opportunità di raggiungere un accordo finale prima della fine di questa legislatura europea? Possiamo prenderci il rischio di mettere in pericolo i segni di un ritorno alla fiducia?”, per il Presidente “è questa la posta in gioco”.
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