Superati gli ultimi ostacoli e confermata la data di attuazione, Teheran bloccherà per sei mesi l’arricchimento dell’uranio e gli Usa restituiranno al Paese 550 milioni di dollari congelati
Avrà effetto, come previsto, a partire da questo 20 gennaio lo storico accordo raggiunto lo scorso novembre tra Teheran e i Paesi del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna, cioè i Paesi che hanno il diritto di veto all’Onu, più la Germania) sul nucleare iraniano. Con l’attuazione dell’intesa semestrale inizieranno sei mesi in cui l’accordo sarà applicato mentre continueranno i negoziati per trovare un’intesa definitiva.
A confermare l’imminente attuazione dell’accordo, che impegna da un lato l’Iran a interrompere per sei mesi l’arricchimento dell’uranio sopra il 5% e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito al 20%, e dall’altro le maggiori potenze a non imporre sanzioni a Teheran, anche la stessa responsabile della politica estera Ue. “Le questioni in sospeso sull’implementazione delle misure iniziali sono state risolte e finalizzate in un incontro tra il vice segretario generale del servizio esterno della Ue, Helga Schmid e il viceministro iraniano Abbas Araghcì”, ha fatto sapere Catherine Ashton. Intesa, ha aggiunto, poi “ratificata da tutte le capitali”.
Con l’impegno a smantellare il proprio arsenale nucleare si avvicinano per Teheran anche i vantaggi: “Con il rispetto da parte dell’Iran delle condizioni per il programma nucleare, l’Ue premerà per una rimozione delle sanzioni”, ha confermato oggi la portavoce di Ashton, Maja Kocijancic. Se tutto procede come previsto, ha aggiunto “compiremo tutti i passi necessari nella direzione di una rimozione delle sanzioni”.
Non solo. Ad inizio febbraio l’Iran riceverà dagli Stati Uniti anche un primo versamento di 550 milioni di dollari, parte di un bottino di 4,2 miliardi di beni che saranno gradualmente sbloccati, come convenuto nell’accordo di novembre. Il calendario dei versamenti inizia il primo febbraio e i pagamenti saranno scadenzati su 180 giorni, ha annunciato il Dipartimento di stato americano.