Gli elettori di Forza Italia, sostiene il Presidente del Parlamento europeo in un’intervista a El Pais, si sentono minacciati dal capitalismo selvaggio che “ha distrutto Stati e individui”. Ma il Cavaliere “appartiene politicamente proprio al gruppo che lo promuove”
Sono operai, piccoli e medi imprenditori. Cittadini spaventati, che temono di perdere quello che hanno costruito nella loro vita: un lavoro, una casa, qualche risparmio. Così Martin Schulz, spiega in una lunga intervista concessa al quotidiano spagnolo El Pais, l’avanzata delle forze populiste e antieuropee. Il presidente del Parlamento europeo e candidato socialista per la presidenza della Commissione, parla dell’ultradestra di Marine Le Pen in Francia ma anche della rinata Forza Italia che nonostante le vicende giuridiche di Silvio Berlusconi, continua a riscuotere consensi.
“È molto inquietante” che gli italiani continuino a sostenere Berlusconi, risponde Schulz ad una domanda del cronista spagnolo, ma “bisogna analizzare con attenzione”. Quando si parla con questi elettori, continua, “risulta evidente perché lo votano: hanno paura di perdere quello che hanno costruito”, “si sentono minacciati da un mondo globalizzato in cui lo Stato non riesce a proteggere i suoi cittadini e sono alla ricerca di qualcuno che li protegga”. Una paura, secondo Schulz, non infondata: “In parte hanno ragione – ammette – quello che è successo negli ultimi 10 anni dimostra che sono minacciati. Il capitalismo selvaggio che abbiamo sperimentato nel corso di questo decennio è stato in grado di distruggere gli Stati e gli individui . La perdita di protezione sociale e giuridica della gente comune è una minaccia reale”.
Paradossale, continua però il Presidente del Parlamento europeo, cercare risposte a queste paure in movimenti politici come quello di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, spiega Schulz, “appartiene politicamente al gruppo che promuove il capitalismo, ma grazie al suo potere mediatico , è in grado di dire il contrario. In Francia lo stesso accade in altre circostanze”.
Di fronte a queste spinte populiste, insomma, l’Europa deve fare prima di tutto una sana autocritica: “L’Europa – sottolinea il Presidente dell’Eurocamera – era una promessa: più sicurezza , più crescita, più occupazione , più pace , più libertà . Alcune promesse sono state mantenute , ma ce ne sono molte che abbiamo l’impressione l’Europa non sia più interessata a mantenere, al contrario, la maggioranza nelle istituzioni europee e negli Stati membri ha consentito una politica che era l’opposto di quelle promesse”.
L. P.