L’Unione europea non è fatta solo di moneta unica. E il Parlamento europeo, su questo, non ha alcun potere. L’Ue è molto di più, e dunque stiamo attenti nei mesi da qui a maggio a ciò di cui parliamo, e soprattutto a quel che ascoltiamo.
La campagna per le elezioni europee che si sta aprendo in queste settimane sarà dominata dalle discussioni sulla moneta unica, tema di grande interesse, certamente, ma anche un tema sul quale il Parlamento europeo non può influire molto. Invece l’euro sarà drammaticamente al centro della campagna di tante forze politiche di destra soprattutto, ma anche di centro e di sinistra, come se i nostri rappresentanti a Strasburgo potessero decidere su trattamenti speciali per l’Italia nel quadro della politica monetaria. Quando ascolteremo le proposte di partiti che con una buona dose di populismo (che nasce proprio dal fatto che quella cosa che dicono non la possono fare) porranno come priorità l’allentamento del vincolo della moneta unica o la sua cancellazione, cerchiamo di scoprire qual è il loro vero gioco, cerchiamo di capire cosa i prossimi parlamentari di quelle forze politiche vorranno fare con i poteri che realmente avranno in mano. Le posizioni politiche sono importanti, su ogni tema è giusto esprimersi e discutere, ma poi quelle persone che eleggeremo prenderanno decisioni a nostro nome solo su alcuni di questi temi e potranno essere anche decisioni molto importanti, pur se non toccheranno l’esistenza della moneta unica.
Dunque ai cittadini dubbiosi sull’euro, o anche proprio contrari, ma che non vivono di solo dibattito sull’opportunità o meno di restare nella moneta unica, bisogna che i candidati spieghino cosa vogliono fare anche sulle questioni che avranno realmente davanti e sulle quali dovranno prendere delle decisioni, come ad esempio i diritti umani, la distribuzione di fondi in caso di disgrazie naturali, il bilancio dell’unione, gli accordi commerciali con paesi terzi (come quello con gli Stati uniti), sulla protezione della privacy, sulla la scelta del presidente della Commissione europea e dei commissari, tutte questioni nelle quali i deputati hanno poteri effettivi e sulle quali saranno chiamati a esprimersi. Il Parlamento in carica ha recentemente preso importanti decisioni sulla Politica Agricola (che conta quasi la metà del bilancio dell’Unione), sul tabacco e sul fumo, dunque sulla nostra salute. Il prossimo dovrà ad esempio discutere e votare la politica fiscale dell’Unione, e qui sono davvero “i nostri soldi” ad essere in ballo e non la moneta con cui li contiamo, oltre a politiche sul clima, l’energia, l’ambiente. Su questo i partiti e i candidati si dovranno spiegare, perché è questo che tocca davvero i cittadini.
Sarà necessario capire quali sono le priorità dei partiti per le cose che non solo si possono fare (in fondo, anche l’euro, in teoria, potrebbe sparire, quindi si “può fare”) ma anche, e forse prima, per quelle che “si devono” fare, sulle quali le decisioni dei deputati sono attese e decisive, dai grandi temi della politica estera agli standard per costruire le biciclette, a come proteggere i consumatori dai cibi dannosi per la salute, alla sicurezza dei giocattoli, a come difendere i cittadini dai crolli delle banche, a quanti soldi (euro) dare agli studenti che scelgono di fare un Erasmus. Il Parlamento europeo è un legislatore su quasi tutte le materie di competenza Ue, dal quale passano il 75 per cento delle regole che poi si applicano negli Stati, è su questo che va formato il consenso. Sulle proposte precise su temi concreti.
Anche perché pochi mesi dopo le elezioni si dovrà scegliere la nuova Commissione europea, e le elezioni parlamentari avranno il loro peso in questo processo, molto più che in passato. Il presidente della Commissione e i commissari dovranno passare per un voto parlamentare, e poi saranno loro a gestire le politiche europee e ad avanzare le proposte legislative. Il Parlamento avrà un grande potere decisionale su ogni materia che verrà affrontata, scegliamo bene chi manderemo a decidere.
Lorenzo Robustelli