Parlamento e Consiglio non trovano un’intesa sulla vendita di e-cigarettes non monouso, la decisione potrebbe essere lasciata agli Stati membri, ma se in 3 le bloccheranno il divieto potrebbero poi scattare per tutti. McAvan (S&D): “Possono aiutare a smettere di fumare”
L’accordo c’è su quasi tutti i punti, ma a fare arenare le discussioni tra Parlamento e Stati membri sulla nuova direttiva tabacco resta ancora un grande tema: come regolamentare il fiorente mercato delle sigarette elettroniche. Nella notte di lunedì i negoziatori impegnati nel trilogo hanno raggiunto un’intesa preliminare, che dovrà essere ridiscusso dagli Stati membri durante il Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati nell’Ue) di mercoledì. Ma le probabilità che si arrivi ad un accordo definitivo sembrano davvero scarse.
Secondo quanto concordato, le sigarette seguiranno la regolamentazione per la normale vendita e non dovranno essere trattate come prodotti medicinali, come invece proposto inizialmente dalla Commissione europea. I negoziatori avrebbero poi deciso di porre un limite alla concentrazione di nicotina consentita per le e-cigarettes: non potrà superare i 20 milligrammi per millilitro e non potranno essere vendute ricariche superiori ai 10 ml di liquido. A dividere è soprattutto la possibilità o meno di vendere e-cigarettes ricaricabili e non soltanto monouso. Il Parlamento spinge per consentirla, mentre diversi Stati membri, come Gran Bretagna e Germania, restano convinti che (alla concentrazione di 20 milligrammi per millilitro), una ricarica da 10 millilitri contenga più nicotina di 200 sigarette, e vad aperciò vietata. Secondo la bozza di accordo raggiunta la vendita di cartucce ricaricabili rimane per il momento legale ma gli Stati membri saranno liberi di impedirne la vendita sul proprio mercato. Se almeno tre Paesi dovessero fare questa scelta, a questo punto la Commissione europea potrebbe decidere di vietarle in tutta l’Unione, per non minacciare l’integrità del mercato unico. Su questo punto si sta ancora cercando un compromesso che si preannuncia tutt’altro che semplice. Se un accordo non sarà raggiunto nel corso dei prossimi round di negoziati, l’adozione dell’intero pacchetto anti fumo potrebbe slittare di mesi, nonostante sia stata raggiunta un’intesa su tutti gli altri punti principali.
L’accordo trovato riguarda infatti gli avvisi sui pacchetti (che copriranno il 65% della superficie anteriore e posteriore), il bando delle sigarette aromatizzate e quello per le sigarette al mentolo, che dovranno scomparire nell’arco dei sei anni successivi all’entrata in vigore della direttiva. Intesa anche sull’introduzione di una schema di tracciabilità per rafforzare la lotta al contrabbando, sul divieto di tutte quelle caratteristiche di packaging che possano minimizzare i rischi per la salute e sulla necessità di informazioni più dettagliate sugli ingredienti del tabacco. Gli Stati membri hanno invece rifiutato categoricamente la proposta di rendere necessaria l’approvazione per tutti gli additivi (votata dal Parlamento europeo) mentre è stata inclusa nell’accordo l’idea di test rafforzati per gli additivi più “problematici”.
“Nel complesso è un buon accordo” commenta la relatrice della direttiva per il Parlamento europeo, Linda McAvan (S&D): “Il punto più difficile sono le sigarette elettroniche. Il testo proposto ne consente la vendita sul mercato – spiega – ma per la prima volta saranno soggette ad una regolamentazione. Le sigarette elettroniche non sono una medicina ma possono sicuramente giocare un ruolo positivo nell’aiutare i fumatori a ridurre il loro uso di tabacco. E questo è riconosciuto”. “Nessuno vuole vietare le e-cigarettes – commenta il responsabile della direttiva tabacco per il Ppe, Karl-Heinz Florenz – ma abbiano bisogno di stabilire standard di sicurezza”.
Critici sul tema sigarette elettroniche i liberaldemocratici secondo cui l’accordo provvisorio “invia a produttori e consumatori messaggi contrastanti che rischiano di compromettere l’effetto stesso della direttiva”. Secondo la deputata belga Frédérique Ries, la possibilità che l’esecutivo di Bruxelles possa proporre il bando delle e-cigarettes in tutta Europa sulla base della scelta di tre Stati membri “crea un’incertezza giuridica che potrebbe danneggiare tutto il settore e quel crescente numero di fumatori che si rivolgono ai nuovi prodotti elettronici”. Mentre “Consiglio e Commissione sono ossessionati dalla quantità di nicotina che c’è nelle sigarette elettroniche – aggiunge – ignorano il loro valore nell’evitare il cancro, i disturbi cardiaci e i problemi respiratori legati alle sigarette tradizionali”.
Contrari alle restrizioni sulle sigarette elettroniche anche i conservatori. “Siamo determinati al lottare fino alla fine con gli utilizzatori di e-cigarettes” annuncia Chris Davies (Ecr). “I benefici sulla salute sono enormi rispetto al tabacco” spiega, aggiungendo che fino a che le sigarette convenzionali sono disponibili ovunque, anche “le restrizioni sulle sigarette elettroniche dovrebbero essere minime”.
Di parere totalmente opposto i Verdi, secondo cui il risultato raggiunto con il compromesso è “un passo avanti rispetto allo status quo” ma, secondo Carl Schlyter è comunque “molto spiacevole che l’attività di lobby dell’industria del tabacco sia riuscita a ridurre le ambizioni originarie”.
Letizia Pascale