La proposta dei ministri degli Esteri dei Ventotto in ambito “economico e di sicurezza” per cercare di contribuire a porre fine alla questione arabo-israeliana
L’Europa è pronta a mettere sul piatto un incentivo “senza precedenti” per tentare di giungere alla soluzione definitiva e duratura della questione arabo-israeliana: un partenariato economico “speciale” come premio di un accordo di pace tra Israele e Palestina. I ministri degli Esteri dei paesi dell’Ue mettono pressione sulle parti in causa cercando di rilanciare il processo di pace con promesse di premi per la determinazione e la volontà di porre fine a un conflitto che si trascina ormai da più di sessant’anni. Oggi l’iniziativa dell’Ue che cerca di accelerare l’inizio della fine di ogni disputa e la creazione di due Stati, la soluzione da sempre sponsorizzata a livello comunitario. “L’Unione europea è pronta a offrire un pacchetto europeo economico e di sicurezza senza precedenti a entrambe le parti”, mettono nero su bianco i responsabili della diplomazia dei Ventotto nelle conclusioni del Consiglio Affari esteri sul processo di pace in Medio Oriente. “Nel caso di un accordo finale l’Ue concederà a Israele e al futuro Stato palestinese una speciale partnership privilegiata comprendente un più ampio accesso al mercato europeo, maggiori legami scientifici, agevolazioni commerciali e per gli investimenti”.
Resta ferma per Bruxelles la necessità di giungere a una soluzione a due Stati, e di evitare di compromettere il processo negoziale. A Israele il Consiglio Affari esteri chiede di finirla con la costruzione delle colonie, mentre ai palestinesi si intima lo stop alla violenza. “L’Unione europea – scrivono i ministri – deplora la continua espansione degli insediamenti israeliani, che sono illegali per il diritto internazionale e costituiscono un ostacolo alla pace”. Astenersi dal compiere “azioni che possano mettere a rischio i negoziati” è la richiesta rivolta anche all’Anp da un’Europa che non nasconda “profonda preoccupazione per l’incitamento alla violenza nei territori occupati”.
R.G.