Dopo una domenica di manifestazioni pro Ue, il commissario all’allargamento Fule comunica che le trattative sono “sospese” in attesa di un “chiaro impegno” di Kiev. Il presidente Yanukovich domani a Mosca, il suo partito chiede di modificare l’esecutivo al 90%
Non è bastata la più grande giornata di mobilitazione dall’inizio delle proteste. Dopo i cori, la marea di bandiere giallo azzurre e due senatori americani venuti ad incitare piazza Maidan al grido “l’America è con voi”, ieri da Bruxelles è arrivata la doccia fredda: i lavori per arrivare a firmare l’accordo di associazione tra Ucraina e Ue (i cui contenuti, già finalizzati da tempo, non sono più in discussion, dice la Commissione) “sono stati sospesi, non abbiano ricevuto risposta da Kiev” twitta il Commissario europeo per l’allargamento, Stefan Fule. A fare spazientire l’Europa, lo scollamento tra le promesse dei leader ucraini all’Ue e la realtà: “Le parole e i fatti del presidente Yanukovich e del governo rispetto all’accordo di associazione sono ogni volta più separati” scrive ancora sul social network il Commissario. Ora “ulteriori discussioni – chiarisce – sono legate ad un impegno chiaro”.
Nonostante lo stop di Bruxelles, le manifestazioni cominciano ad avere qualche effetto. Come soluzione alla grave crisi politico-istituzionale, il Partito delle Regioni, al potere in Ucraina, ha proposto un ampio rimpasto di governo. “Abbiamo sottoposto al primo ministro Mykola Azarov la richiesta di modificare al 90% la composizione del governo”, ha annunciato Anna German, deputata della formazione filo-russa cui appartengono lo stesso Azarov e il presidente Viktor Yanukovich. Non solo. Cadono anche le prime teste per l’uso della forza delle autorità contro i manifestanti pacifici. Il sindaco di Kiev e il segretario aggiunto del Consiglio di sicurezza ucraino sono stati rimossi dal loro incarico per avere ordinato la dispersione violenta dei manifestanti antigovernativi da parte delle forze dell’ordine, lo scorso 30 novembre, ha comunicato la stessa Presidenza.
La questione ucraina è stata uno dei punti più lungamente discussi dai ministri degli esteri dei 28 riuniti oggi a Bruxelles, alla presenza del ministro degli esteri russo Serghei Lavrov. L’incontro era fissato da tempo, in vista del vertice Russia-Ue di gennaio, ma a tenere banco è stato, come prevedibile, il nodo Kiev. “Ci sono stati interventi dei più franchi da una parte e dall’altra” ha spiegato Bonino a fine riunione, ma “non sono stati fatti molti passi avanti”. L’Unione europea ha ribadito che “la porta rimane aperta ma rimane il fatto che quella porta Yanukovich non l’ha presa”. “Credo che questo sarà un dossier che rimarrà con noi per molto tempo” pronostica Bonino. Già in passato l’Ue ha detto chiaramente no ad un negoziato a tre che coinvolga anche la Russia ma Lavrov, ha fatto sapere Bonino, è proposto una riunione di esperti per valutare le implicazioni economiche delle due zone di libero scambio.
Mosca sembra non avere alcuna intenzione di mollare e lasciare l’Ucraina libera di uscire dalla sua sfera d’influenza. Così domani il leader del Cremlino, Vladimir Putin incontrerà nuovamente a mosca il presidente ucraino, Yanukovich per tentare di convincerlo ad entrare nell’Unione doganale di Russia, Bielorussia e Kazakhstan. All’ordine del giorno “temi prioritari nel commercio bilaterale e nella cooperazione economica, operazioni congiunte su progetti futuri reciprocamente vantaggiosi, in particolare nei settori dell’energia, dei trasporti, il settore spaziale, l’agricoltura, gli investimenti e la cooperazione interregionale”, riferisce una nota del Cremlino, ripresa dall’agenzia Interfax. “Un pacchetto di accordi bilaterali dovrebbe essere firmato dopo la riunione”, prosegue la nota.
Per trattenere Kiev, Mosca sarebbe anche pronta a garantire un prestito, qualora l’Ucraina ne facesse richiesta. Lo ha fatto sapere Andrei Belousov, assistente di Putin, precisando che la situazione dell’ex repubblica sovietica è talmente critica che senza aiuto non sarà in grado di mantenere la stabilità economica. L’Ucraina sta cercando di coprire un deficit di finanziamenti esteri di 17 miliardi di dollari per il prossimo anni, pari all’attuale livello delle riserve esaurite del’istituto centrale di Kiev.
Letizia Pascale