Colonna sonora: Hans Zimmer & Lisa Gerrard – Now We Are Free
Sono almeno vent’anni che aspetto la famosa citofonata: “Aò stamo a fa’ la rivoluzione, scendi? Prendi un’arma e le sigarette!“, ma non è mai arrivata.
Invece sono arrivati i megaschermi, i decoder e gli smarfons e avevo perso le speranze.
Poi qualcosa è successo, anche se come sempre in Italia non si capisce bene cosa sia.
Inizialmente la mia fidanzata si era interessata molto a questo nuovo movimento e voleva andare a Torino a partecipare, poi ha letto bene e vedendo che non si trattava di “Sorconi” ha desistito, invece io vorrei capire.
Il popolo è allo stremo, quei pochi che hanno un lavoro non vengono pagati perché le aziende non ce la fanno e tanto i diritti dei lavoratori sono roba da libri di storia, i genitori pensionati non riescono a mantenere i figli disoccupati, sempre più nuovi poveri finiscono nella morsa dell’usura per finire di pagare le rate della BMW, la situazione ormai è insostenibile e nel caos non si capisce più con chi bisogna prendersela.
La rivoluzione non violenta è un’utopia, ma quella che costringe alla partecipazione con la violenza è un’oscenità.
Non è facile fare un’analisi lucida di quello che sta succedendo.
Non è facile per gli analisti, figuriamoci per me che faccio il cameraman.
La polizia si toglie il casco e passeggia al fianco dei manifestanti che aggrediscono negozianti e lavoratori per la loro causa in stile fascista, mentre carica come sempre gli studenti che protestano all’università.
Ci sono due rivoluzioni in atto?
E quella minacciata da Berlusconi cos’è?
(forse solo una delle sue barzellette)
La cosa più triste è che come al solito non ci si rende conto che stiamo tutti combattendo per lo stesso motivo: avere una vita dignitosa, una casa, un lavoro e un futuro. E che la nostra forza è il numero.
Uno sciopero dei precari fermerebbe il paese.
Ritirare i soldi dalle banche farebbe crollare il sistema bancario.
Saltare tutti insieme nello stesso momento in un emisfero sposterebbe il pianeta di due centimetri lontano dal sole diminuendo l’effetto serra.
Fare una lunga risata all’unisono provocherebbe una vibrazione positiva talmente forte da cancellare tutto l’odio del mondo.
Ma questi sono solo deliri, la realtà è molto più problematica.
Il governo delle riforme, quello guidato da due partiti che in teoria dovrebbero essere acerrimi nemici, non sta portando ai cittadini i cambiamenti che vorrebbero vedere, tipo garanzie sul lavoro e sul futuro, ma solo austerità, tagli, accordi e tasse.
Il popolo non ha tempo per cercare di capire cosa chiede l’UE o qual è la prospettiva dell’euro con l’unione bancaria. Il popolo si sveglia alle 7 per portare il ragazzino a scuola, aspetta l’autobus 40 minuti sotto la pensilina rotta, sta in fila alla posta per pagare le multe delle strisce blu, cerca le offerte migliori al discount per la cena della famiglia e poi sente che la legge elettorale – che nessuno è ancora riuscito a cambiare – è incostituzionale.
Ma se voi foste il popolo, non vi incazzereste?
Il problema è che voi SIETE il popolo, e alcuni di voi fanno le ronde anti straniero mentre altri fanno i volontari per aiutare gli immigrati senza casa. Ma siamo tutti pieni di rabbia.
La rivoluzione è una cosa seria, non si improvvisa da un momento all’altro e si deve fare tutti insieme. Siamo già sulla stessa barca, dobbiamo remare verso lo stesso molo. Poi semmai facciamo a remate tra noi.
Siccome gli italiani sono da sempre affascinati dagli atteggiamenti pericolosamente dispotici di certi urlatori, che poi però fanno solo casino, mi prendo la briga di stilare il programma per la prossima rivoluzione.
Facciamo passare le vacanze di Natale, Capodanno e Befana che magari qualcuno ha già prenotato chalet e cenoni e poi è sempre bello riunirsi con quei parenti dei quali in realtà non sai nulla ma in fondo ti danno sicurezza. A gennaio e febbraio fa ancora troppo freddo e poi c’è il carnevale che piace tanto ai bambini.
Metà marzo potrebbe andare bene. Escluderei i uichènd che magari uno approfitta delle belle giornate per una gita fuori porta con gli amici. Lunedi si è abbastanza nervosi per combattere ma l’ordine dei parrucchieri mi ha fatto notare che è il loro giorno di riposo, mercoledi ci sono le partite, giovedi è troppo vicino al fine settimana… Martedi è perfetto.
___________________________________________________________________________
Martedi 18 Marzo 2014
A GRANDE RICHIESTA,
Per la prima volta in Italia:
LA RIVOLUZIONE!
Appuntamento al bar Baffo (stazione Trastevere) ore 10:30, 10:45 massimo.
Cappuccino, cornetto e poi si parte (saremo tantissimi e Baffo ha un solo bagno, siete pregati di venire già cacati).
Indossate scarpe comode, abiti da lavoro (che togliere il sangue è sempre difficile) e caschi o elmetti. Portate un’arma contundente, accessori da stadio e armi da fuoco (SOLO SE LE SAPETE USARE), una bottiglia d’acqua e pranzo al sacco.
Attraverseremo viale Trastevere dirigendoci verso il centro per colpire i palazzi del potere: Parlamento, Senato, Quirinale e Viminale. Ci divideremo in 4 gruppi principali (la divisione sarà spontanea ma cerchiamo di bilanciarci bene, non fate che andate tutti solo da una parte) e altri sottogruppi potranno attaccare i ministeri minori e il Campidoglio.
I ragazzi dei centri sociali forniranno carri musicali per rendere più piacevole il tragitto (non musica balcanica per favore).
Il corteo dei non violenti verrà schierato alla testa della Rivoluzione per fare da scudo umano contro le cariche delle guardie che non vorranno aderire all’iniziativa. A seguire gli studenti, gli insegnanti, i disoccupati, i precari, gli stagisti, i cassaintegrati, gli esodati, i pensionati, gli operai, gli impiegati, gli sfrattati, gli sfruttati, gli immigrati, gli emigrati, i confusi, i commercianti, i preti, i pescatori, i ricercatori, i magistrati, i camionisti, i tassinari, gli artigiani, gli attori, i ballerini e tutti gli altri che tanto ci siamo capiti. La minoranza omofoba prega il corteo del gay pride di non ammassarsi troppo a chi sta davanti.
Saranno assicurati presidi medici e servizio bar con prezzi popolari per tutta la durata dell’evento.
Durante gli scontri, gli sfondamenti, le sparatorie e gli incendi ci si può dare il cambio per consumare il pranzo. Max 30 minuti.
Chi nel mezzo della ressa troverà il tempo per domandare “ma poi, DOPO, cosa succede?”, verrà allontanato immediatamente dal servizio di sicurezza organizzato dai ragazzi di Casa Pound.
Non è ammessa la violenza gratuita (possiamo chiudere un occhio solo nel caso siano coinvolti vigili urbani), lo sciacallaggio dei negozi, la deturpazione di monumenti, di edifici pubblici (a meno che non sia inevitabile) o di importanza storica o religiosa né della mia macchina. Siete altresì pregati di non sputare per terra.
Nessuna pietà per i capi dei palazzi, che saranno sacrificati come monito per i sottoposti.
Successivamente istituiremo dei tribunali popolari in diretta streaming sul sito della Rivoluzione ai quali si potrà partecipare come giuria cliccando “mi piace” sulla pagina feisbuc.
Ci saranno molte perdite ma i morti saranno ricordati come eroi della Rivoluzione e i più coraggiosi avranno la loro faccia stampata su magliette e bandiere.
Alle 22:30 fuochi d’artificio e pizza e birra per i sopravvissuti.
———–
Buon uichénd a chi non ce la fa più, ma non scende in piazza appresso al primo che citofona. E che poi prende a sprangate la porta.
Francesco Cardarelli