No all’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole, no alla rimozione degli ostacoli all’aborto, no alla regolamentazione dell’obiezione di coscienza. Se l’ultima volta si trattava di un rinvio, oggi è una sconfitta netta. Tra polemiche e fischi l’Aula di Strasburgo cancella completamente la risoluzione pro aborto presentata dalla socialista portoghese Edite Estrela.
La risoluzione non vincolante sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi era già approdata in Plenaria lo scorso ottobre quando, dopo uno scontro già allora molto acceso, era stata rimandata in commissione Diritti della donne per un’ulteriore discussione. I deputati hanno rimesso mano al testo eliminando alcuni dei paragrafi più controversi, come quello che proponeva di estendere “alle donne single e lesbiche la possibilità di beneficiare di trattamenti di fertilità e servizi di procreazione assistita” o quello secondo cui l’educazione sessuale doveva essere “fornita in un’atmosfera sicura, scevra da tabù e interattiva tra studenti ed educatori”.
Modifiche che, a quanto pare, non sono bastate. Con una maggioranza di soli sette voti (334 sì, 327 no e 35 astenuti) oggi l’Aula ha sostituito il testo di Estrela con una versione alternativa sostenuta da popolari e conservatori, facendo di fatto decadere quello originale. La nuova versione, di poche righe, si limita ad affermare che la formulazione e l’attuazione delle politiche sulla salute e i diritti sessuali, inclusa l’educazione sessuale nelle scuole, è competenza dei singoli Stati membri.
Un voto contro cui si è immediatamente scagliata la relatrice che, tra urla e fischi, ha “deplorato” la “ipocrisia e l’oscurantismo dell’aula”. “Urlate ma non mi farete tacere” ha risposto Estrela ai deputati di destra, chiedendo poi che il suo nome fosse ritirato dal testo approvato. “Oggi i conservatori hanno mostrato la loro vera faccia” ha poi commentato: “Allenandosi con l’estrema destra hanno aperto un nuovo fronte contro i principi fondanti dell’Ue: dignità umana, libertà, uguaglianza e non discriminazione”.
Una giornata che getta “vergogna” sul Parlamento europeo anche secondo i verdi. “A parte la miopia di respingere questo testo – ha commentato per i Greens Ulrike Lunacek – con le brutte scene che hanno accompagnato il voto di oggi con fischi e prese in giro, i deputati di destra hanno mostrato il loro disprezzo per i diritti delle donne”.
“Il Parlamento europeo ha fallito nel mandare un segnale in difesa dei diritti delle donne” lamenta anche Gabi Zimmer, presidente della Gue, convinta che il voto di oggi riguardasse più del semplice rapporto ma anche “che tipo di Ue vogliamo avere e su che basi definiamo le politiche”. Polemico anche il leader dei libearl democratici Guy Verhofstadt, che promette: “L’Alde continuerà a combattere per questi diritti in Europa e lo farà con raddoppiate energie”. Con il nuovo Parlamento eletto il prossimo anno, promette, lavoreremo per “l’inclusione dei diritti sessuali e riproduttivi in una strategia sanitaria europea”.
Festeggiano invece i deputati di destra:“Abbiamo fermato la deriva laicista che vuole la sinistra europea”, canta vittoria l’europarlamentare del Carroccio Lorenzo Fontana. E’ “una vittoria per la vita e per la famiglia”, commenta Fabrizio Bertot del Ppe: “Si trattava – dice – di una proposta legislativa che conteneva elementi che possiamo considerare aberranti dal punto di vista dei valori cristiani, a cominciare dallo svuotamento delle famiglie di ogni valore e potere educativo, per finire con l’educazione all’omosessualità per gli alunni delle scuole elementari”.