Il Meccanismo di risoluzione all’attenzione dell’Ecofin. Escluso il ricordo a sessioni straordinarie
Riunioni straordinarie dell’Ecofin non sono previste. Non rientrano nei piani, e quindi avanti a oltranza con il dossier del Meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie. La riunione di domani si annuncia molto più lunga del previsto, ma era stato già anticipato nei giorni scorsi. Fonti comunitarie oggi hanno ribadito che l’intenzione di tutti è trovare un accordo “domani, presto o tardi”. Anche perchè la tabella di marcia è segnata: mercoledì, vale a dire il giorno dopo l’Ecofin, è prevista la riunione del trilogo proprio sull’unione bancaria, e a quell’appuntamento bisognerà che il Consiglio abbia delle proposte concrete da mettere sul tavolo. Ritardi non sono presi in considerazione: si vuole chiudere la partita prima delle elezioni.
“L’obiettivo è finalizzare le negoziazioni col Parlamento prima delle elezioni”, l’imperativo per ogni delegazione. Anche qui sono le scadenze temporali a preoccupare: riaprire il dossier con il nuovo Parlamento vorrebbe dire riprendere i lavori nella migliore delle ipotesi a luglio, nella peggiore a settembre. Da programma il Meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie dovrebbe entrare in vigore l’1 gennaio 2015, ma se il tema dovesse essere ancora aperto per settembre si rischierebbe di non avere i tempi tecnici per rispettare gli obiettivi. Sarà dunque una lotta contro il tempo, ed è già iniziata. La presidenza lituana del Consiglio Ue sta già avendo rapporti bilaterali con le varie delegazioni, e quest’attività continuerà fino a domani. L’obiettivo è preparare il terreno per un accordo nella riunione Ecofin di domani. Tra i nodi da sciogliere come intervenire per aiutare le banche (la Germania si oppone al ricorso di soldi pubblici), sviluppo dell’autorità di risoluzione, meccanismi di voto all’interno del consiglio per la risoluzione, raggio d’azione del meccanismo di risoluzione (se attivabile per tutte le banche o solo per quelle che si trovano sotto la supervisione diretta della Bce).
Renato Giannetti