Inaugurata la sala della Commissione europea dedicata ai due magistrati uccisi dalla mafia
“Ma dobbiamo ricordare anche gli agenti che hanno perso la vita nel tentativo di difenderli”
L’intitolazione di una sala della Commissione europea alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non è solo “un atto di doverosa riconoscenza”, ma anche “di speranza per il futuro”. Ha usato queste parole la presidente della commissione antimafia del Parlamento italiano, Rosy Bindi, parlando accanto al direttore generale Affari Interni della Commissione europea, Stefano Manservisi, all’inaugurazione della sala oggi a Bruxelles nel palazzo della Dg che dipende dalla commissaria Cecilia Malmstrom. Per Bindi grazie a loro l’Italia non è semplicemente Paese “fondatore dell’Unione europea”, ma anche “dell’Europa della legalità”. “Non dovremmo avere bisogno di eroi per fare il nostro lavoro, che è quello di non cedere di un millimetro ai poteri criminale” ha affermato invece il vicepresidente dell’Aula di Strasburgo, Gianni Pittella, ricordando che “purtroppo in passato la guardia è stata abbassata e ci sono state queste morti ricordarci i nostri doveri. Non deve più essere così”. Per Roberta Angelilli (Ppe) si tratta di un “un atto importante attraverso il quale si rende il doveroso omaggio a due grandi uomini, che in nome della giustizia e della legalità hanno sacrificato la propria vita”, un gesto che serve a ribadire “l’impegno deciso dell’Europa nella lotta contro le mafie e la criminalizzata organizzata”.
“Ho cercato di portare ai giovani quella che era l’idea fondante del pensiero di Giovanni, e cioè che la mafia non si vince soltanto con la repressione e con l’azione polizia e della magistratura – ha dichiarato la sorella del magistrato, Maria Falcone – Ma è necessario che ci sia la collaborazione la partecipazione di tutti a livello nazionale e da oggi, possiamo dire, anche europeo”
“Questo gesto segna una consapevolezza nuova dell’Europa, per questo lo considero un punto di partenza, un punto di inizio” è stato il commento della europarlamentare del Pd, Rita Borsellino, sorella del magistrato antimafia che ha voluto anche ricordare “tutti quelli che hanno dato la loro vita” nella lotta alla mafia, non solo i “nomi importanti, quelli di chi ha fatto grandi cose”, ma anche ricordare “quelli più piccoli, quelli più umili che di solito non ricorda nessuno”. E tra questi innanzitutto “i nomi degli agenti di scorta, morti perché dovevano proteggere la loro vita considerandola più importante della propria”. “Parlare delle ‘scorte’ è come parlare di un contenitore vuoto, mentre invece erano ragazzi come voi” ha aggiunto rivolgendosi ai tanti giovani nella sala, arrivati da diverse scuole italiane per l’occasione, “sentiteli così” li ha ammoniti Borsellino prima di iniziale a pronunciare tra gli applausi della sala i loro nomi: Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo, Walter, Vito, Rocco e Antonio.
Alfonso Bianchi