Unione monetaria ancora fragile e incompleta, e la sola austerità soffoca la ripresa
La zona Euro deve rinnovarsi, e assumere una dimensione più integrata in grado di far fronte alle sfide presenti e future. Il presente è ancora all’insegna dell’instabilità e il futuro rimane incerto, e in gioco c’è una buona parte di Europa e tutto il suo mercato unico. E’ l’analisi offerta da Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l’Industria, in occasione della lectio magistralis della London school of Economics. Non usa gira di parole. “Senza una reale governance economica, un bilancio federale, strumenti come gli Eurobond, project bond e una banca centrale sul modello della Federal Reserve degli Stati Uniti, i rischi per l’Eurozona restano elevati”. L’Eurozona ha poi bisogno di completare il processo di unione bancaria. “L’economia reale – spiega – ha bisogno di un sostegno finanziario solido e stabile per potersi riprendere”. Non solo. C’è bisogno di rafforzare l’unione economica e monetaria. “La sua struttura ha dato prova di essere fragile e incompleta”.
A livello comunitario occorre poi ripensare le ricette anti-crisi. Il rigore rischia di creare un ‘effetto boomerang’ colpendo ancor di più l’economia. “Se la causa di questa crisi risiede nelle crescenti discrepanze tra le economie dell’Eurozona, allora dobbiamo correggere la nostra politica di austerità”. Il motivo per Tajani è evidente. “Questa politica da sola non può risolvere il problema della mancanza di competitività europea. Al contrario, questa politica da sola rischia di aggravare la situazione, soffocando la domanda interna e alimentando la spirale recessiva”.
Renato Giannetti