Il portavoce: “Gli stati tendono a sovrastimare le entrate delle privatizzazioni, ne abbiamo molti esempi” . Il Vicepresidente della Commissione europea: “Ho il dovere di essere scettico”
Il Commissario agli affari economici e monetari Olli Rehn non si fida dell’Italia ed esprime con chiarezza il suo “scetticismo” verso la Finanziaria messa a punto da Letta e Saccomanni per risanare i conti pubblici italiani. A non convincere il guardiano dei conti europei è, soprattutto, il ritmo di riduzione del debito pubblico di Roma, ancora troppo lento e lontano dagli obiettivi fissati da Bruxelles. “Per quanto riguarda il deficit, l’Italia è in linea, anche se di poco, con il criterio del 3%”. Un passo importante – ha detto il commissario in una intervista a la Repubblica – per riguadagnare la credibilità nei mercati finanziari”. Tuttavia Roma “deve anche rispettare un certo ritmo di riduzione del debito, e non lo sta rispettando”. Per farlo, lo sforzo di aggiustamento strutturale sarebbe dovuto essere pari allo 0,5% del Pil, mentre al momento è solo dello 0,1%.
Neanche le rassicurazioni che arrivano dal premier Letta su nuove misure “extra-Finanziaria”, come le privatizzazioni e la spending review, sembrano ridurre le perplessità del commissario. “Io devo essere scettico” afferma Rehn. “Le privatizzazioni saranno un piccolo contributo a migliorare l’efficenza del sistema economico e, forse, a ridurre in parte il debito già l’anno prossimo. La spending review è importante ma lo sarà ancora di più – secondo il commissario – se i tagli di spesa saranno messi in pratica avranno effetto già nel 2014”. Per Rehn, febbraio sarà un appuntamento chiave per l’Italia. Se il governo di Letta fornirà “risultati concreti e soddisfacenti” entro quel mese, “ne terremo conto per calcolare i possibili effetti sui margini di manovra del Paese” afferma il Vicepresidente dell’esecutivo di Bruxelles.
In serata Simon O’Connor, il portavoce del commissario ha voluto precisare che “quando (Rehn) ha fatto riferimento ad uno scetticismo realista, stava esprimendo il suo approccio generale secondo il quale ”la prova del budino è nel mangiarlo’, e il principio si applica a tutti gli Stati membri dell’UE”. Il portavoce ha sottolineato che “abbiamo imparato dall’esperienza passata che gli Stati membri hanno la tendenza a sovrastimare i futuri proventi delle privatizzazioni. Ci sono molti, molti esempi di questo, dal momento che i proventi delle privatizzazioni sono notoriamente difficili da prevedere con precisione. Questo è il motivo per cui abbiamo sempre richiesto un’adeguata concretizzazione delle misure prima di includerli nei nostri calcoli di bilancio”.
Le parole di Rehn “non corrispondono con quello che abbiamo fatto. Le nostre cifre e i nostri conti sono in ordine”, e dunque i toni usati da Rehn “sono fuori scala”, ha commentato in serata il ministro degli Esteri Emma Bonino a margine di una riunione della Nato a Bruxelles.
“Il Commissario Rehn, con le ennesime dichiarazioni, non fa altro che gettare benzina sul fuoco, alimentando così lantieuropeismo e danneggiando l’Italia”. Così Giovanni La Via, capogruppo Ncd al Parlamento europeo, commenta le parole di Olli Rehn in una dichiarazione. “Siamo ormai abituati alle invasioni di campo del commissario finlandese -continua La Via- ma proprio per gli grandi sforzi che sta compiendo il Governo e per la situazione di eccezionalità in cui si trova ad operare, le ritengo oltremodo fuori luogo ed inopportune”. Secondo La Via “la sua decisione di correre per la presidenza della Commissione europea con il partito dei liberali europei, rende queste sue parole sempre meno ascrivibili al suo ruolo istituzionale. Il nostro Paese -conclude l´eurodeputato- non ha certo bisogno dei consigli di Rehn per proseguire sul difficile cammino delle riforme economiche e sociali”.
Marco Frisone