colonna sonora: Franco Micalizzi – Flying to Miami
Finalmente una vittoria per la sinistra!
Non si sa bene di quale vittoria o di quale sinistra si parli, ma ieri molta gente ha festeggiato.
Il lato positivo è che dopo il voto per la decadenza di Berlusconi posso smettere di far finta di essere portoghese, anche se ciò implica che dovrò iniziare a pagare il biglietto sull’autobus.
Ora saremo un paese normale, avremo tutti un lavoro e una casa (anche se ci sarà da pagare l’ICI… no cioè l’IMU… no cioè la IUC… insomma ci sarà qualche acronimo da pagare), l’economia si riprenderà e non ci saranno nemmeno più allerte meteo.
No, non è vero, ma finalmente la legge sarà un po’ più uguale per tutti e chi dovrà pagare pagherà (e a quel punto forse festeggerò anche io).
Ascoltando tra le lacrime il decadente discorso di ieri (l’altro ieri per chi legge, lacrime perché ho riso parecchio) ho sentito la solita solfa sulla magistratura brigatista, un delirio su missionari, soldati, club e colpi di Stato, e le ripetitive accuse alla sinistra comunista colma di odio che è dovuta ricorrere all’aiuto dei giudici per eliminare il nemico.
Silvio di boiate ne ha sempre sparate tantissime, ricordiamo l’unto dal Signore, giuro sui miei figli, il contratto con gli italiani, il milione di posti di lavoro, l’altro contratto con gli italiani, i 4 milioni di posti di lavoro, le corna, il kapò, la culona inchiavabile, la nipote di Mubarack, l’uveite, sposi mio figlio, la Englaro può avere figli, i miei figli sono come gli ebrei nei campi nazisti… ma soprattutto alimentare la falsa speranza dell’esistenza di una sinistra comunista in Italia.
Quello che è tristemente vero invece è che non c’è mai stata una schiacciante vittoria politica contro il suo partito. I giudici hanno fatto il loro lavoro e chi non rispetta le sentenze non rispetta la Costituzione del nostro paese. Ma gli italiani non hanno mai smesso di bersi le sue boiate, nonostante i processi, i festini e la situazione in cui si trova il paese dopo vent’anni di berlusconismo.
La richiesta del voto palese mi ha suscitato grossi dubbi: c’era la paura di un voltafaccia da parte dei falqui e degli alleati o piuttosto di un nuovo contagio di Sciliposi (neologismo)? Cos’è che vuole l’Italia davvero? Cos’è che si merita?
Per ora ci ritroviamo con un governo di centrodestrasinistra che deve riuscire a fronteggiare una gravissima crisi e sembra avere i numeri per farlo grazie all’appoggio del NCD, rinominato da qualche nostalgico dei fumetti di fantascienza anni ’50 “Gli Alfaniani”.
Ma la sinistra, se ripercorriamo la sua storia, non ha fatto altro che perdere pezzi e identità, gettando sempre più nello sconforto gli elettori.
Al principio era il PCI, rappresentato dalla falce e martello, ma erano altri tempi e bisognava modernizzarsi, allora la bandierina venne piantata in terra per far nascere la rigogliosa (anzi gioiosa) quercia del PDS – Partito Democratico di Sinistra, anche se qualcuno volle rifondare il vecchio partito. Poi l’opinione pubblica cominciò a non avere più tanta fiducia nei partiti e allora la P sparì e restò solo DS – Democratici di Sinistra, sempre con la quercia ma, siccome “per fare un albero ci vuole un fiore”, al posto dell’obsoleta bandierina con falce e martello nella quale forse gli elettori ancora riuscivano a riconoscersi, venne piantato un bel garofano rosso, tanto per rendere tutto più chiaro. Infine, dopo una serie di esperimenti botanici che nemmeno la Monsanto si sarebbe mai sognata di fare, tra querce, garofani, ulivi e margherite, il nuovo grande partito della sinistra vide la luce.
La quercia è stata abbattuta, il garofano strappato, la margherita inglobata, la S di “sinistra” abolita per evitare ambiguità e su un patriottico sfondo tricolore dal quale spunta un cattolicissimo ramoscello di ulivo si stagliano fiere le due lettere: PD.
Che come acronimo è pericolosissimo perché l’elettore medio, dopo tutta questa agonia di cambiamenti, perfettamente rappresentata dal masochismo delle bottigliate sulle palle di Tafazzi, alla vista di quelle due lettere non può fare a meno di esclamare a gran voce un liberatorio Per Dindirindina! (visto censura – approvato)
Presto ci saranno le primarie e vedremo cosa deciderà di meritarsi una parte dell’elettorato italiano, quella più confusa, mentre dall’altra parte si potrà scegliere con maggior coerenza e continuità tra un chiarissimo Forza Italia (con lo stesso Presidente, lo stesso – maledettamente ipnotico – inno e lo stesso simbolo del ’94, che in tempi di crisi anche comprare nuove bandiere può rappresentare un problema per le famiglie), il NCD che presumibilmente si coalizzaerà con le vecchie radici e la sempreverde Lega che non ha mai abbandonato i suoi sani principi di xenofobia, omofobia e eurofobia.
Quella di ieri è stata una vittoria per la democrazia e la giustizia di un paese stremato, ma finché non andrà in galera, pardòn, ai domiciliari in qualche villa, Berlusconi continuerà a lottare per la Libertà (la propria, ovviamente) con tutti i mezzi a sua disposizione. Cioè praticamente tutti i mezzi.
Dunque ho due domande:
- A chi festeggiava, COSA festeggiava esattamente?
- A Berlusconi, DOV’E’ questa sinistra comunista in Italia?
Ora scusate ma devo stappare una bottiglia di sciampagna e mangiare un bambino, che in ogni caso quando lo vedo soffrire, un po’ mi fa piacere.
Buon uichénd a chi sa leggere la Storia e imparare dai suoi eventi che la Geografia è molto più semplice.
Francesco Cardarelli