I dati Eurostat parlano di un 75.000 senza lavoro in meno nell’Ue, ma di 15.000 ragazzi in più senza impiego. Andor: “I governi attuino politiche di stimolo della domanda”
La disoccupazione in Europa rimane stabile. A ottobre ha toccato il 12,1% nell’area Euro e il 10,9% nell’Ue, senza discostamenti rispetto ai mesi precedenti (a settembre le soglie erano rispettivamente 12,2% e 10,9%). E’ quanto emerge dai dati Eurostat diffusi oggi. Il quadro mostra però un aumento dei senza lavoro su base annua: a ottobre 2012 il tasso di disoccupazione era del 11,7% nell’area euro (+0,4% oggi) e in Ue il 10,7% (+0,2%). A ottobre 2013 Eurostat rileva 26,6 milioni di disoccupati in tutta l’Ue (erano 26,7 milioni a settembre), la maggior parte dei quali nei diciassette paesi dell’Euro (19,2 milioni, contro i 19,1 milioni di settembre). Complessivamente ci sono 75.000 disoccupati in meno. Aumenta invece la disoccupazione giovanile: gli under 25 senza impiego a ottobre raggiungono il 23,7% di tutti gli under 25 dell’Ue (stesso dato di settembre), e la soglia tocca il 24,4% in Eurozona (+0,1%). Tuttavia in termini assoluti i giovani senza lavoro a ottobre sono 5.657.000 in tutta l’Unione europea (16.000 in più rispetto a settembre), 3.577.000 dei quali nell’area Euro (15.000 in più rispetto a settembre).
Per quanto riguarda l’Italia, il tasso di disoccupazione generale rimane invariato al 12,5%, ma diminuisce di 2.000 unità il numero di senza lavoro (a ottobre sono 3.189.000, rispetto ai 3.191.000 di settembre). Un aumento che va a scapito dei giovani: in un mese l’Italia conta 9.000 under 25 in più senza lavoro (da 654.000 di settembre a 663.000 a ottobre).
Per il commissario europeo per il Lavoro e gli Affari sociali, Laszlo Andor, “è incoraggiante vedere che dopo un aumento della disoccupazione a settembre, a ottobre ci sia una leggera diminuzione”. Tuttavia questo non può essere considerato come positivo. “Il livello di disoccupazione è inaccettabilmente alto: oltre 26,6 milioni di persone cercano un impiego ma senza trovarlo”. Rispondere a questa domanda di lavoro è compito degli stati. “I governi – esorta Andor – necessitano ulteriori misure per stimolare la domanda di lavoro”. Tra le misure, suggerisce, sostegno alle piccole e medie imprese e sussidi per l’assunzione. “E’ inoltre di vitale importanza che i governi facciano uso rapidamente della Garanzia per i giovani”, lo strumento per la promozione dell’occupazione degli under 25. “La Commissione auspica di ricevere i piani nazionali di attuazione della Garanzia per i giovani entro la fine dell’anno”.