Gli ecologisti europei hanno un programma di tre punti: un nuovo patto verde (o ‘green new deal’), l’uscita dall’austerità e il riequilibrio dello scarso bilancio pluriannuale, più diritti e democrazia
Le tematiche ambientali ai giovani ”piacciono molto”, ed e’ a partire dalle nuove generazioni che il messaggio ‘verde’ intende essere veicolato. ”Per questo abbiamo aperto il voto alle primarie a tutti i cittadini dai sedici anni in su”. Monica Frassoni, co-presidente del Partito dei verdi europei, non ha dubbi: e’ questo uno dei punti piu’ originali e innovativi della campagna elettorale messa a punto per le elezioni europee. Nel panorama europeo i Verdi sono gli unici ad aver avviato una campagna elettorale on-line aperta a tutti.
L’obiettivo, spiega all’ASCA, e’ duplice: parlare di Europa e parlare dell’ecologia, a partire dai piu’ giovani. ”Ai giovani il tema ambientale verde piace molto. Il problema e’ che in questo momento siamo ritratti come ‘quelli dei no’, e cio’ anche per una nostra debolezza interna”. I Verdi, ricorda, hanno riportato una vittoria sul tema del nucleare, ”ma vincendo sul nucleare poi non siamo mai diventati un elemento di coagulo attorno a una forza politica”. Il ragionamento e’ tutto italiano, del resto Monica Frassoni a oggi, nell’intero panorama europeo, e’ l’unico nome italiano in corsa per la presidenza della Commissione europea. Tradizionalmente l’Italia ha sempre avuto all’interno del Partito dei verdi europei e nel suo gruppo in Parlamento europeo – il gruppo Verdi/Alleanza libera europea – il partito dei Verdi. Ma attualmente i Verdi italiani non sono rappresentati, e Frassoni cerchera’ di riuscire a riportare l’Italia nella famiglia dei Verdi europei in Parlamento Ue.
Lo fara’ attraverso un programma snello. ”Il manifesto – spiega – sara’ approvato solo il 23 febbraio, ma i Verdi europei hanno un programma di tre punti: un nuovo patto verde (o ‘green new deal’), l’uscita dall’austerita’ e ”il riequilibrio dello scarso bilancio pluriannuale, piu’ diritti e democrazia in Europa”. Il primo punto prevede una migliore governance economica, una maggiore stabilita’ bancaria, oltre alla promozione di un modello economico e produttivo sostenibile. Ma politiche sostenibili, riduzione delle emissioni, energie da fonti rinnovabili sono temi che dividono l’Europa. ”L’Unione europea ha il grande problema delle lobby”, denuncia Frassoni. I gruppi di interesse ”hanno sempre avuto un forte impatto sull’Ue e il momento ‘clou’ si e’ avuto con Reach”, il regolamento per la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche. Le cose, per Frassoni, dovranno cambiare e i Verdi prevedono che diventi ”obbligatorio”, per i lobbisti, rendere pubblico e chiaro chi si rappresenta, quanto il gruppo spende per l’attivita’ di lobby nei settori specifici, e cosa facciano compagnia e lobbista, ”perche’ arrivano a scrivere gli emendamenti”. Su questo, lamenta ancora Frassoni, ”la cosa brutta e’ che non c’e’ stata la disponibilita’ ad avere una trasparenza seria”.
Quanto al tema relativa a diritti e democrazia, Frassoni e i Verdi hanno in mente un nuovo corso ”pro-europeo”. Si intende ”porre fine al dogma dell’unanimita”’ quale criterio decisionale, prevedere il ricorso a ”mezzi forti quali il referendum europeo” sulle questioni di maggiore sensibilita’, e favorire ”la presentazione di iniziative dei cittadini”. I cittadini dovranno essere messi al centro del dibattito dell’Europa, perche’ altrimenti ”si rischia tantissimo che le elezioni europee continuino ad essere considerate nazionali”, oltre che prestare il fianco a chi nell’Europa non crede. Con le elezioni ”rischiamo di avere un Parlamento europeo fortemente euroscettico, ma non mi preoccupano tanto questi movimenti quanto chi se ne preoccupa senza fare niente”. Per questo ”noi dobbiamo mobilitare i nostri elettori”, e per le stesse ragioni ”dobbiamo parlare di Europa”.
I Verdi lo faranno con i quattro candidati (Monica Frassoni, Rebecca Harms, Jose’ Bove’ e Ska Keller), che dall’1 dicembre al 28 gennaio – giorno di chiusura delle primarie – viaggeranno per tutta Europa per tenere dibattiti e confronti nelle principali citta’ dei paesi membri. Un’occasione che invece non avranno i socialisti, che un candidato ce l’hanno gia’ (Martin Schulz). ”Per loro e’ un vantaggio avere gia’ il candidato”, taglia corto Frassoni. Quanti sostengono che l’assenza di primarie possa essere una caranza di partecipazione si sbagliano. ”Il Pse ha un forte potere mediatico, quindi non hanno problemi”. Quanto al Ppe ”e’ un bene che si parli pubblicamente dei possibili nomi senza sceglierli in privato”. Anche perche’ il rischio di trovarsi con il vincitore delle elezioni non investito dal Consiglio ”rischia un corto circuito democratico che danneggia il Consiglio”. A detta di Frassoni ”e’ per questo motivo che il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e’ cauto” nell’esprimersi adesso su un eventuale sostegno a Martin Schulz (in caso di vittoria dei socialisti) e che Merkel guardi con attenzione il premier irlandese Enda Kenny. ”Se ne parla e’ perche’ ritiene che possa essere la persona giusta, ed e’ un bene che ne parli pubblicamente”.
Emanuele Bonini per ASCA