In commissione Petizioni rappresentanti delle associazioni con mascherine e fialette puzzolenti. Angelilli e Antoniozzi (Ppe): “Il Commissario Potocnik venga in Italia a vedere”
Sono arrivati carichi di documenti, mappe, cartelloni, mascherine e persino fialette puzzolenti per cercare di fare capire a Bruxelles che cosa debbano vivere ogni giorno i cittadini romani. Amministratori locali, e comitati della capitale hanno riportato al Parlamento europeo l’emergenza rifiuti in Lazio nel corso di un’audizione in Commissione Petizioni. L’ennesima, per un problema tutt’altro che nuovo ma divenuto, se possibile, ancora più spinoso dopo la chiusura della discarica di Malagrotta.
Al centro dell’audizione in particolare i casi della discarica provvisoria di Falcognana, quella di Cupinoro e dell’impianto Ama in via Salaria a Roma. A sostenere le richieste dei cittadini, il vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli e l’eurodeputato, Alfredo Antoniozzi. A Falcognana, spiega Angelilli che recentemente ha effettuato un sopralluogo nelle discariche interessate “ci sono vincoli paesaggistici” mentre Cupinoro è “la Malagrotta dei poveri, visto che in discarica si conferisce ancora il tal quale”. Per l’impianto di via Salaria, invece, viene chiesta la delocalizzazione visto che, spiegano i cittadini, “si trova a tre metri da strutture dove lavorano centinaia di persone e a 50 metri dalle abitazioni dei cittadini”, costretti a convivere ogni giorno con odori insopportabili. Per tentare di darne un’idea i membri del comitato hanno rotto in aula, durante la Commissione, una fialetta puzzolente.
“Malagrotta avrebbe dovuto insegnare qualcosa ma è evidente che non è stato così. Nei mesi antecedenti e poi seguenti alla chiusura della più grande discarica d’Europa – denunciano Angelilli e Antoniozzi – non è stata messa in atto una nuova politica per la gestione dei rifiuti, nessun piano efficace e moderno attento alla tutela dell’ambiente e alla salute dei cittadini”. Insomma, chiedono i deputati, è ora di dire basta a “discariche provvisorie” e a una gestione rifiuti da “emergenza continua”.
Anche l’Europa, denunciano, non è esente da colpe. A Bruxelles il tema è noto, visto che l’Italia è già stata deferita alla Corte di giustizia europea per la violazione delle norme comunitarie sui rifiuti. Eppure la Commissione non interviene se non per sanzionare nuove violazioni. “La risposta – lamenta Antoniozzi – non può essere: commette l’infrazione e poi interveniamo. Così stiamo solo piangendo sul latte versato. Ad esempio Falcognana è la cronaca di un’infrazione annunciata”. Se l’Europa vuole realmente aiutare l’Italia, concorda Angelilli, “deve accompagnarla e sostenerla in questo percorso di cambiamento nella gestione dei rifiuti”.
Per questo i deputati hanno annunciato l’intenzione di invitare il Commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potocnik, a fare al più presto una visita in Lazio per “constatare personalmente la situazione”. Ora la Commissione, chiede Angelilli, deve “battere un colpo perché la cosa peggiore è questo immobilismo”. Ad oggi a Roma, continua l’europdeputata, “la differenziata è bloccata, un sito definitivo non viene identificato, si scelgono siti provvisori senza autorizzazione, i cittadini sono allo scuro di tutto: la situazione sta per esplodere e nessuno vuole che esploda”.
Letizia Pascale