L’esecutivo di Bruxelles vuole modificare la direttiva sulle ‘società madri e figlie’ che consentiva ad alcune imprese transfrontaliere di aggirare il fisco e sfuggire alla tassazione in più Paesi dell’Unione
La Commissione ha proposto stamattina un inasprimento delle regole contro l’evasione fiscale da parte di imprese e società europee. Nello specifico, l’iniziativa dell’esecutivo di Bruxelles vorrebbe puntare a modificare alcuni aspetti della direttiva Ue sulle ‘società madri e figlie’, per cercare di chiudere alcune scappatoie che l’attuale direttiva tutt’oggi consente alle imprese per sfuggire alla tassazione. In sostanza, attraverso le modifiche proposte oggi, le imprese non potranno più approfittare delle differenze nel modo in cui i pagamenti intragruppo sono tassati all’interno dell’Unione.
La direttiva sulle ‘società madri e figlie’ era stata originariamente concepita per evitare che società dello stesso gruppo, con base in diversi paesi, fossero tassate due volte, ma in alcuni casi le imprese hanno trovato il modo per sfruttare le regole europee e le differenze nella tassazione tra i 28 Stati membri, per evitare di pagare le tasse sia nell’uno che negli altri Paesi. Ciò ha determinato la nascita di un meccanismo di pianificazione fiscale ben consolidato (i cosiddetti ‘accordi di prestito ibridi’) a cui Bruxelles ha deciso di porvi fine. L’obiettivo principale della nuova proposta della Commissione è di impedire alle imprese transfrontaliere di continuare a pianificare tutti i propri pagamenti per beneficiare di una “doppia non imposizione”.
Secondo l’esecutivo comunitario la direttiva sulle società madri e figlie, attraverso questa modifica, potrà garantire condizioni uniformi per le imprese oneste nel mercato unico, senza prestare più il fianco a una pianificazione fiscale aggressiva. “La proposta odierna garantirà che la nostra legge venga rispettata anche nello spirito oltre che alla lettera”, ha affermato Algirdas Semeta, commissario per la fiscalità. Per il commissario la modifica della direttiva “assicurerà maggiori introiti per i bilanci nazionali e una concorrenza più leale per le nostre imprese”. La richiesta di Bruxelles ai 28 stati membri, è di recepire la direttiva modificata entro il 31 dicembre 2014.
Marco Frisone