Che sia chiaro, io ci sto provando ad essere positiva e costruttiva. Soprattutto vorrei in qualche modo, se pur piccolo, essere d’aiuto. Aspetto ansiosamente che l’Unione Europea comunichi meglio – OK, ‘ansiosamente’ forse no, ho altre cose da fare nella vita. Ma vi posso assicurare che non mi dà alcuna soddisfazione continuare a criticare il materiale video prodotto per le istituzioni. OK, se devo essere assolutamente sincera, un po’ me ne dà, ma mi dispiace essere persona non grata in un paio di società di produzione video qui a Bruxelles!
Vabbè lasciamo perdere. Voi non pensate che se uno decide di chiamare una nuova iniziativa ‘Creative Europe’‘ dovrebbe almeno fare in modo che il video che la presenta, mostri di aver capito la parola ‘creative’?
A cosa mi riferisco? A una buona notizia: l’aumento dei finanziamenti per la cultura europea, cioè per il cinema, la televisione, il teatro, la musica, la letteratura, lo spettacolo ecc.. Per i prossimi sette anni, la Commissione Europea avrà, attraverso questa iniziativa, a sua disposizione 1 miliardo e 800 milioni di Euro per promuovere il settore culturale e artistico del nostro continente. Un’ottima notizia dunque.
Ecco il video :
Stendiamo un velo pietoso sul fermo immagine all’inizio (Ma dico, un’immagine presa a metà di una grafica con la parola troncata? Non è così difficile metterne una migliore, sapete?), il video mostra una serie di numeri – soldi e persone – sopra immagini di… tutto e di più: musicisti, ballerini, cinema, biblioteche e via dicendo. Ah , quasi dimenticavo: ci sono anche due clip della commissaria europea responsabile della cultura, Androulla Vassiliou.
Un video creativo per lanciare ‘Creative Europe’ ? Non esattamente. Non che mi aspettassi un filmato di altissima qualità in stile Almodovar (anche se, immaginare la commissaria Vassiliou diretta dal regista spagnolo, alla Penelope Cruz, sarebbe molto divertente). E, per iniziare con un commento positivo, sono veramente felice che la Commissaria sia stata filmata al Museo del Fumetto, piuttosto che dietro la sua scrivania.
Il problema è un altro: è che, nonostante la buona notizia, e nonostante il fatto che la cultura e l’arte siano per eccellenza molto visivi, il video è noioso. Ed è noioso per un semplice motivo: è troppo letterale. Quindi, quando si parla di fondi per la traduzione di libri, che cosa si vede? … Libri! E quando si parla di un aumento dei finanziamenti per le sale cinematografiche che cosa si vede? Indovinato! Cinema. Insomma avete capito.
Vorrei suggerire due alternative che avrebbero potute essere scelte invece di questo approccio così letterale (vedete che sto cercando di essere costruttiva?):
La prima era quella di utilizzare solo una delle espressioni creative mostrate nel video, ad esempio il ballerino mentre viene filmato per uno spettacolo. Un materiale sicuramente abbastanza interessante per sostenere i due minuti e mezzo di testo. Avrebbero potuto utilizzare tipi diversi di immagini, da movimenti particolarmente complessi, a primi piani o prese dall’alto, in modo da rendere la sequenza quasi astratta – come rappresentazione della cultura in generale e non solo della danza, per fare un esempio. Questo avrebbe permesso allo spettatore di concentrarsi su ciò che conta davvero, cioè i numeri nella grafica, ma all’interno di una sequenza di immagini stimolanti.
Oppure, e questo è la seconda alternativa, se davvero il focus sono i numeri che simboleggiano l’aumento dei finanziamenti nei vari settori culturali, allora forse sarebbe stato più semplice e più chiaro fare un bel video grafico animato come quello appena prodotto sulla politica commerciale dell’UE. Ma c’è un motivo per cui hanno scelto l’animazione per parlare di commercio e non per quello sulla cultura. Il commercio non è molto visivo. La cultura sì. Soprattutto, visto che la cultura europea è forse la più importante caratteristica della nostra identità continentale, sarebbe bene non sprecare alcuna occasione per mostrare quanto sia meravigliosa.