Marine Le Pen, la leader del francese Front National, sta tentando di unire i partiti dell’estrema destra anti-europea in vista delle prossime elezioni comunitarie del 22-25 maggio 2014. Dopo aver siglato mercoledì scorso a l’Aja l’alleanza con Geert Wilders, leader dell’olandese Partito per la libertà (Pvv), formazione conservatrice e fortemente islamofoba, oggi l’eurodeputata francese si è spostata a Vienna, in Austria, al congresso nazionale di un altro futuro alleato: il Partito della Libertà Austriaco (Fpoe), che fu fondato da Jörg Haider e poi da lui abbandonato perché ritenuto troppo estremista nelle sue posizioni pangermaniche e anti immigrazione. “Vogliamo una collaborazione costruttiva e positiva di diverse forze patriottiche in Europa” ha spiegato il parlamentare del Fpoe Norbert Hofer all’agenzia Reuters.
Insieme a loro in questo progetto per “ridare indietro ai nostri popoli la loro libertà” scippata da Bruxelles, anche altre tre formazioni che hanno mostrato interesse all’idea: il Vlaams Belang, partito belga xenofobo e conservatore (sulla via del tramonto) che vuole unire le Fiandre ai Paesi Bassi, i Democratici Svedesi, che a dispetto del nome sono una formazione di ultradestra islamofoba, e infine per l’Italia la Lega Nord, che a Vienna oggi è rappresentata dal capogruppo del Carroccio a Strasburgo, Lorenzo Fontana.
La Le Pen si sente forte visto che i sondaggi sono abbastanza unanimi nel dire che alle prossime consultazioni la destra antieuropea avrà un forte sostegno dell’elettorato, ma la missione non sarà semplice: per formare un Gruppo a Strasburgo sono necessari 25 deputati provenienti da 7 Stati membri differenti. Se ci riuscirà potrà ottenere il grande vantaggio di avere a disposizione funzionari, interpreti, uffici, fondi e più tempo di parola nei dibattiti. Al momento il Front National ha tre eurodeputati, il Pvv quattro, la Lega otto, il Vlaams Belang uno e i Democratici Svedesi nessuno, ma le cose potrebbero cambiare nella nuova Aula di Strasburgo. Per raggiungere il suo obiettivo però la Le Pen ha bisogno di nuovi alleati, e visto che al momento siede nel gruppo misto perché ritenuta troppo estremista dagli altri grandi partiti euroscettici, sta cercando di rifarsi una credibilità prendendo le distanze dalle frange più estremiste della destra europea, con cui fino a pochi giorni fa andava tranquillamente a braccetto. E così ha chiesto e ottenuto da suo padre Jean-Marie e da Bruno Gollnisch (il terzo eurodeputato del FN) di lasciare l’Alleanza europea dei movimenti nazionalisti, partito europeo di cui fanno parte tra gli altri, i neofascisti e antisemiti ucraini di Jobbik (che ha 3 deputati in Europa) e i neofascisti inglesi del British National Party (due eurodeputati) nonché la Fiamma Tricolore di Romagnoli.
Ma per il momento non basta e il pur corteggiato leader dello United Kingdom Independence Party che in Gran Bretagna vola nei sondaggi, Nigel Farage, non ne vuole sapere di avvicinarsi a Wilders, considerato troppo estremista. Così come non ne vogliono sapere (per il momento) i tedeschi del borghesissimo Alternative per la Germania e il Partito Popolare Danese, altri possibili alleati nei piani della Le Pen. E lei stessa faticherà a trovare degli accordi con il politico olandese su diversi argomenti perché, sebbene entrambi siano fortemente islamofobi e contrari all’immigrazione nell’Ue, Wilders è favorevole ai matrimoni tra omosessuali, mentre in Francia il Front National sta conducendo una fortissima battaglia contro la legge sulle nozze gay voluta da Hollande. Wilders inoltre è marcatamente antinazista e pro Israele, altro punto su cui i militanti del FN sono piuttosto distanti.
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