Serviranno per riparare infrastrutture e potabilizzare l’acqua. Il commissario Pielbags: “Passare dalla gestione della crisi alla ricostruzione”. Secondo l’Onu servono in tutto 224 milioni
Altri dieci milioni di euro per le aree devastate dal supertifone Haiyan, che nei giorni scorsi ha colpito le Filippine, per poi spostarsi in Vietnam e Cina. È la seconda tranche di aiuti in arrivo da Bruxelles, dopo i primi 3 milioni stanziati immediatamente dopo il disastro. Ad annunciarlo è stato il commissario Ue allo sviluppo, Andris Pielbags, nel corso della sua visita nelle Filippine, che si concluderà oggi.
Gli aiuti potranno essere utilizzati per la potabilizzazione dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari, per la riparazione della rete elettrica, per il sostentamento della popolazione e la riparazione delle infrastrutture che per il futuro dovranno essere rese più resistenti a tifoni o terremoti.
“Oltre l’assistenza umanitaria – ha spiegato Piebalgs dopo avere incontrato a Mianila membri del governo ed esperti al lavoro sul campo – l’Ue sta mettendo a disposizione risorse per la riabilitazione e la ricostruzione, per assicurare che ci sia una graduale transizione dalla gestione della crisi alla ricostruzione della vita delle persone. Non vorremmo vedere vuoti tra gli aiuti per l’emergenza e le azioni a lungo termine e lavoreremo a stretto contatto con il governo e altri partner perché questo accada”.
Gli aiuti in arrivo da Bruxelles, che si aggiungono ai carichi di aiuti umanitari e alle squadre di soccorso già inviate da diversi Stati membri, non sono finiti: l’ammontare, promette l’Ue, dovrebbe aumentare in modo significativo una volta che saranno più chiari i bisogni delle aree più remote.
E molto in effetti rimane da fare, se si pensa che, secondo l’appello lanciato dall’Onu, per assistere le popolazioni delle Filippine servono almeno 301 milioni di dollari (224 milioni di euro) nei prossimi sei mesi. “Con il governo filippino abbiamo appena messo a punto un piano d’azione focalizzato su cibo, salute, rifugi, rimozione dei detriti e anche protezione dei più vulnerabili e spero ardentemente che i nostri donatori saranno generosi”, ha annunciato da Manila Valerie Amos, sottosegretario generale per gli Affari Umanitari dell’Onu.
Intanto si fa sempre più drammatico il bilancio delle vittime: le stime, che parlavano di 10 mila morti in tutto l’arcipelago potrebbero essere basse. Le Nazioni unite si “aspettano il peggio”e hanno fatto sapere che, secondo fonti locali, ci sarebbero 10 mila morti solo in una città, quella di Tacloban.
Letizia Pascale