E’ l’essere al potere che blocca o è la paura di perdere? E’ l’inerzia del potere che poi favorisce i populismi? I popolari europei sono stati un motore possente della mozione (che è diventata un impegno per i partiti) approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo che dice che il candidato alla presidenza della Commissione europea deve essere indicato dalle forze politiche europee prima delle elezioni. Dunque in questi giorni, o nelle prossime settimane, visto che si vota attorno al 24 maggio.
Carlo Casini, Udc/Ppe, presidente della commissione per gli Affari costituzionali dell’Eurocamera fece un memorabile discorso a Cipro oltre un anno fa, nel quale sostenne la necessità di questa indicazione popolare, Adrew Duff, liberale, è stato tra i più forti sostenitori di questa scelta, eppure queste due importanti forze politiche europee sono senza un candidato. I liberali lo si può capire, sono un partito allo sbando, sono scomparsi in Germania (almeno per qualche anno) e lo sono probabilmente anche in Gran Bretagna, in Italia la forza politica che fa parte del gruppo liberale a Strasburgo é/era l’Idv… Ma i popolari no, sono la prima forza politica europea, guidano una ventina dei ventotto governi dell’Unione, hanno il presidente della Commissione uscente e quello del Consiglio. Insomma, sono un partito importante, robusto, e in salute.
Eppure temono, temono forse di perdere, temono che il loro candidato possa essere battuto alla fine dal socialista Martin Schulz, che potrebbe fare (dice lui) la sintesi tra la sinistra (che ha scelto il greco Alexis Tsipras) e i Verdi (che hanno scelto di consultare gli elettori, e domenica lanceranno le loro nomination tra cinque candidati, tra i quali ci sarà l’italiana Monica Frassoni). Forse è questo? O forse è che ne hanno troppi di candidati (perché di nomi ne sono stati fatti tanti, da Michel Barnier , a Donald Tusk, allo stesso, autocandidato Josè Manuel Barroso) e non riescono a scegliere?
Spero che scelgano e che scelgano in fretta perché questa decisione degli eurodeputati può essere un importante passo avanti per l’Europa unita, sarebbe un vero coinvolgimento dei cittadini nelle scelte. E bisogna avere il tempo per spiegarlo, per farlo vedere fisicamente, per ospitare dei confronti televisivi. Dopo, non si potrà più dire che a Bruxelles “comanda qualcuno che non è stato eletto da nessuno” (cosa che, secondo me, non si può dire neanche adesso, sia chiaro, ma con quella elezione sarebbe più evidente). Spero che tutti, tutti i partiti europeisti si presentino al più presto con il loro campione, che metta la sua faccia davanti agli elettori, che si assuma le sue responsabilità e che renda questa Unione un po’ più vicina alle persone. E’ un modo, importante, anche per frenare l’ondata populista che in tanti prevedono arriverà alle prossime elezioni, con forze xenofobe, neofasciste o neonaziste, che già si sono affermate in alcuni paesi ed hanno parlamentari nazionali, dalla Grecia, all’Olanda, alla Gran Bretagna, alla Francia, e che nessun bene possono fare all’Unione europea (e a niente altro).
Lorenzo Robustelli