Nel desolante paesaggio dell’attualità europea finalmente una buona notizia c’è ed è il raddoppio del programma Erasmus. Minacciato di estinzione solo pochi mesi fa, ora il programma di scambio di studenti che ha raggiunto una grande popolarità in tutti i paesi dell’UE rinasce dalle ceneri con il nome di Erasmus+ e un bilancio del 40% in più rispetto al passato. Tutto questo grazie essenzialmente alle pressioni del Parlamento europeo sul Consiglio dei ministri.
La vicenda di Erasmus merita una riflessione. Furono in molti in tutta Europa a insorgere quando l’anno scorso il programma fu minacciato dai tagli del bilancio dell’UE voluti dai nostri governi. Segno che il cittadino europeo sa vedere le cose positive che vengono da Bruxelles e le apprezza. Bisognerà ancora spiegare a molti europei che all’epoca non fu la Commissione europea a volere la soppressione di Erasmus, ma un gruppo di Stati membri che sistematicamente attaccano ogni spesa del bilancio comunitario con l’alibi del rigore finanziario ma con la strategia di spegnere dal di dentro la costruzione europea. Ci piacerebbe che la grande stampa europea facesse il nome di quei paesi e di quei governi, di quegli uomini politici che erano risolutamente decisi a firmare la sentenza di morte di Erasmus. Ai cittadini europei sarebbe utile saperlo in vista delle prossime elezioni europee. Perché quegli stessi uomini politici poi in campagna elettorale andranno a dire che se saranno eletti verranno a Bruxelles difendere gli interessi dei cittadini contro l’Europa mangiona e prepotente e questo non dobbiamo lasciarglielo dire.
È significativo che siano proprio i programmi più spregiudicatamente europei come Erasmus ad essere apprezzati in tutti i nostri paesi. È un segno che l’Europa piace quando è se stessa, quando è vera, quando offre davvero un’alternativa ai chiusi orizzonti dei nostri paesi e lavora apertamente per costruire qualcosa di più grande. Erasmus sta formando generazioni di giovani europei che studiando all’estero respireranno aria nuova, tesseranno legami transnazionali, porteranno a casa nuove idee, avvieranno attività con loro colleghi di altri paesi insomma saranno sempre meno chiusi nella loro realtà nazionale, sempre più cosmopoliti e sempre più liberi dai pregiudizi. Speriamo che crescano in fretta e prendano presto il posto di quegli sconsiderati che oggi nei nostri governi e nei nostri parlamenti hanno paura di un’Europa forte che tolga loro potere e non perdono occasione per ostacolarne la crescita.
Diego Marani