Il responsabile Ue per il Commercio accusato di non avere dichiarato al fisco belga guadagni per 1,2 milioni di euro ma l’esecutivo di Bruxelles esclude la richiesta di dimissioni: “C’è la presunzione di innocenza”
Il suo volto è quello della politica commerciale dell’Unione europea, quello di un uomo chiave nei negoziati per l’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, ma, almeno per il fisco belga, anche quello del responsabile di una frode fiscale da oltre un milione di euro. Il commissario Ue per il commercio, il belga Karel De Gucht, è accusato di non avere dichiarato all’amministrazione oltre 1,2 milioni di euro ottenuti da una vendita di azioni che coinvolge anche sua moglie.
Per questa accusa, a partire dal 25 novembre, ad appena sette mesi dalle elezioni europee, si troverà davanti ad un giudice. Secondo la stampa belga il fisco chiede al Commissario di versare allo Stato circa 900 mila euro: oltre alle tesse sul reddito percepito, una multa del 50% e i relativi interessi. Una richiesta che De Gucht contesta.
“Soltanto un fatto privato che riguarda il cittadino De Gucht, la sua famiglia e le istituzioni belghe” assicura la Commissione europea, che davanti al clamore suscitato dalla comparsa della notizia sulla stampa, fa quadrato intorno al responsabile per il commercio Ue ed esclude una richiesta di dimissioni. “Fino a che non c’è una decisione si applica la presunzione di innocenza”, ricorda una portavoce della Commissione Ue.
Facile il paragone con il caso del commissario maltese, John Dalli, costretto a dimettersi nel 2012 dopo un’indagine dell’Olaf. Le due vicende “non hanno nulla a che vedere” commentano dalla Commissione, perché “qui si parla di una materia amministrativa a carattere privato senza alcuna influenza sull’esercizio di De Gucht come commissario”. Non solo: i fatti risalgono “a un periodo precedente al mandato”.
De Gucht sarebbe costretto a dimettersi se a chiederglielo fosse il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, che però al momento sembra non averne alcuna intenzione. I due hanno parlato, spiegano i portavoce della Commissione, e il responsabile del commercio ha assicurato a Barroso di non avere infranto nessuna legge. E questo, fino a che non ci saranno decisioni del tribunale, è sufficiente.
Letizia Pascale