Gli esperti dell’Europarlamento in udienza per discutere come evitare altri casi Nsa
Tra le ipotesi la creazione di un “cloud” che protegga la privacy degli utenti di internet
Il Parlamento europeo dovrebbe riconsiderare gli accordi di trasferimento dei dati tra Ue e Usa, creare un dispositivo per proteggere la privacy dei suoi cittadini su internet, proteggere chi denuncia lo spionaggio ai danni degli europei e richiedere un’autorizzazione giudiziaria per tutte le attività di sorveglianza. Sono queste alcune delle soluzioni proposte agli eurodeputati da diversi esperti nel corso dell’ottava audizione in commissione parlamentare per le Libertà civili sulla sorveglianza dei cittadini dell’Unione europea.
L’audizione si è svolta pochi giorni dopo la missione alla Nsa di Washington ad opera di una delegazione di deputati, missione che però non ha portato i frutti e le risposte attese da Bruxelles. E allora secondo Sergio Carrera, del Centre for European Policy Studies, il Parlamento dovrebbe “usare tutti i suoi poteri per riconsiderare gli strumenti di cooperazione con gli Stati Uniti”, come il programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (TFTP) o l’accordo sul Pnr (Passenger Name Record). Questo perché gli standard di protezione dei dati “Safe Harbour” (applicabile alle imprese statunitensi che operano in Europa) sono stati “gravemente violati dalla sorveglianza di massa”. “Perché la signora Reding (la vicepresidente della commissione europea incaricata della Giustizia, ndr) non chiede la sospensione del contratto di assistenza giudiziaria con gli Stati Uniti come primo passo?” ha chiesto Carmen Romero López (S&D).
Secondo gli esperti interpellati dai deputati l’Europa dovrebbe anche creare una “privacy cloud” (un luogo sicuro di archiviazione dei dati per proteggere la privacy degli utenti di Internet), una commissione interparlamentare permanente (tra Parlamento europeo e Camere nazionali) per supervisionare le agenzie dell’Unione europea degli Affari interni come Europol, e immaginare un livello di protezione europeo per gli informatori come Edward Snowden, la talpa del Datagate, considerando la possibilità di concedere loro asilo in uno Stato membro.
“Non credo che una sorveglianza parlamentare da sola risolverà il problema. Abbiamo bisogno di cambiamenti nelle leggi” e l’autorizzazione giudiziaria delle operazioni di sorveglianza sotto copertura per valutare la loro necessità e proporzionalità, ha affermato l’ex direttore legale dell’agenzia di sicurezza e intelligence interna ed esterna del Regno Unito, David Bickford.
La priorità per Bickford dovrebbe essere quella di richiedere una a autorizzazione giudiziaria per ogni attività di intelligence perché soltanto questo sistema “offre la migliore garanzia per i cittadini che la loro privacy sia salvaguardata da un supervisore indipendente e apolitico”, e ciò “ridurrebbe al minimo il rischio di abuso”. Le prossime udienze sono in programma l’11 e il 14 novembre a Bruxelles e il 18 a Strasburgo. Il progetto finale di relazione dovrebbe essere presentato nella prima settimana di dicembre e per essere votato in commissione nel gennaio 2014 mentre il voto in plenaria è previsto per febbraio.
A. B.
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