“Gli Stati vengono meno al loro obbligo di assicurare che gli zoo partecipino ad attività di conservazione delle specie, di promuovere l’educazione e la sensibilizzazione del pubblico, di offrire agli animali ambienti in grado di soddisfare le loro esigenze biologiche e di conservazione”
Mario Borghezio, eurodeputato della Lega chiede cosa stia facendo la Commissione Ue per la tutela dei delfini e degli alti cetacei tenuti in cattività negli acquari europei, talvolta, afferma, senza che siano rispettate le norme a difesa del benessere degli animali e della sicurezza dei visitatori.
Con una interrogazione scritta, Borghezio chiede che venga rispettata l’attuazione della Direttiva 1999/22/CE e il Regolamento (CE) n.338/97 (CITES). “Alcune associazioni animaliste – spiega l’eurodeputato – denunciano che i delfinari dell’Unione Europea, inclusi quelli nazionali, non rispettano la Direttiva relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici” scrive Borghezio.
“Ad oggi – spiega – in Europa ci sono 34 delfinari (suddivisi in 15 Stati Membri) con 305 cetacei (piccole balene, delfini e focene) tenuti in cattività. In particolare, gli Stati membri vengono meno al loro obbligo di assicurare che gli zoo partecipino ad attività di conservazione delle specie, di promuovere l’educazione e la sensibilizzazione del pubblico, di offrire agli animali ambienti in grado di soddisfare le loro esigenze biologiche e di conservazione. Si denunciano – aggkiunge – anche decessi prematuri e basso successo riproduttivo che hanno reso insostenibile la conservazione dei delfini tursiopi e nessuno degli attuali delfinari dell’UE ha effettuato reinserimenti nell’ambiente naturale; sono comuni situazioni di stress e comportamenti stereotipati”.
“Inoltre – continua Borghezio – il contatto diretto fra il pubblico e i cetacei in cattività espone entrambi a notevole rischi di contrarre malattie o riportare infortuni. Il rapporto conferma che i tassi di sopravvivenza dei cetacei tenuti in cattività sono inferiori a quelli che si riscontrano in natura”.
L’eurodeputato della Lega Nord rileva che “i dati commerciali indicano che, fra il 1979 e il 2008, sono stati importati 285 cetacei vivi nell’UE, nonostante il divieto di cui al Regolamento (CE) n.338/97 (CITES) sull’importazione di cetacei nell’UE a fini prevalentemente commerciali: se il numero dei delfinari dell’UE resterà inalterato o aumenterà, saranno necessarie altre importazioni di delfini catturati in mare, una grave minaccia per le popolazioni di cetacei che vivono in natura”.
Borghezio chiede quindi: “La Commissione Europea è al corrente di quanto sopra descritto? La Commissione Europea quali interventi intende attuare al fine di ottenere che in tutti i delfinari europei siano rispettate le norme in vigore”?
Perla Ressese