La commissione sviluppo regionale ha dato l’ok agli accordi raggiunti con il Consiglio. A novembre il voto in Plenaria. Hahn: “Importante passo avanti per sostenere economia reale”
Dopo oltre un anno e circa 70 incontri negoziali, Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sembrano essere arrivati ad un accordo su una riforma della politica di coesione dell’Unione europea. La Commissione sviluppo regionale del Parlamento ha votato il via libera agli accordi con il Consiglio. L’approvazione cancella l’ultimo ostacolo prima del voto della sessione plenaria del Parlamento europeo sul nuovo regolamento per i fondi comunitari per il periodo 2014-2020 e spiana la strada per gli investimenti da 325 miliardi di euro per le regioni della Ue.
Dopo l’approvazione in luglio dell’accordo con il Consiglio sul grosso del pacchetto di riforma, i negoziati si erano arenati sul tema della “condizionalità macro economica”, il meccanismo che può innescare la sospensione dei fondi in casi di squilibrio macroeconomico o di un disavanzo di bilancio eccessivo. Su questo punto il team negoziale della commissione sviluppo regionale è riuscita a strappare importanti concessioni. In futuro, il Parlamento eserciterà un diritto di controllo su tutte le procedure decisionali che riguardano la sospensione dei fondi, in un dialogo strutturato con la Commissione. Inoltre la sospensione dei fondi sarà regolata tenendo conto delle condizioni sociali ed economiche dello Stato membro interessato.
“Questi fondi liberano importanti investimenti in tempi di crisi economica”, commenta il presidente della Commissione per lo Sviluppo regionale Danuta Huebner (Ppe): “Dopo oltre un anno di negoziati con il Consiglio e la Commissione – aggiunge – siamo stati in grado di accordarci per una riforma della politica regionale dell’Unione europea che si occupa di investimenti in settori chiave per la crescita e l’occupazione”.
L’accordo costituisce “un importante passo avanti nel dotare la Ue di strumenti per sostenere l’economia reale in Europa, per creare posti di lavoro sostenendo le piccole e medie imprese e per rilanciare l’innovazione e la promozione della sua economia verde” ha commentato il commissario Ue per la politica regionale, Johannes Hahn.
Sulla macro condizionalità economica Hahn ha spiegato: “È uno strumento importante ma spero resti solo teorico. La sua applicazione è prevista nei casi in cui gli Stati membri si rifiutino in modo persistente di rispettare le raccomandazioni economiche. Sono fiducioso che non venga usato”. Ora, ha ricordato il Commissario, “spetta al Parlamento europeo confermare il voto della commissione e sono fiducioso che lo farà”. Il voto della sessione plenaria sulla riforma della politica di coesione è previsto per novembre.
Non è per niente contento l’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino “Il voto di oggi sulla nuova politica di coesione rappresenta un doppio schiaffo -spiega -, da un lato al Parlamento europeo e al suo ruolo di codecisore, dall’altro alle finalità stesse dei fondi strutturali”. Secondo il vicecapodelegazione del Pd “per mesi ci siamo battuti contro l’introduzione della cosiddetta condizionalità macroeconomica, rigettata solo il luglio scorso pressoché all’unanimità dai membri della Commissione Regi di tutte le forze politiche, contro un perverso meccanismo sanzionatorio che mette a rischio l’utilizzo delle uniche risorse a disposizione nei prossimi per combattere gli effetti drammatici della crisi economica. Un meccanismo che colpirà i beneficiari finali delle risorse, ossia le Regioni, per eventuali colpe non loro, ma sulla base degli indicatori economici del fiscal compact. Una sanzione ulteriore e ingiusta”. “Ho votato contro questo accordo e contro questo provvedimento”, annuncia infine il parlamentare.
Letizia Pascale