La Commissione Ue risponde all’eurodeputato leghista. Borg: “Sistema non obbligatorio, non crea ostacoli commerciali”
“Dato il suo carattere facoltativo, il sistema di codici cromatici di etichettatura nutrizionale raccomandato dalle autorità britanniche non costituisce un ostacolo né de jure né de facto agli scambi commerciali”. Questa la risposta dell’Esecutivo Ue all’interrogazione presentata, un mese fa, dall’eurodeputato della Lega Nord Giancarlo Scottà, insieme ad altri colleghi della commissione Agricoltura, sull’utilizzo, in Gran Bretagna, dei bollini “verde-arancione-rosso” sul packaging dei prodotti alimentari, che secondo l’europarlamentare leghista è “discriminatorio nei confronti di alcuni nostri prodotti di qualità, come il parmigiano, il prosciutto crudo e la mozzarella”.
Questi colori stanno ad indicare il contenuto di calorie, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale, e servono a classificare alimenti e bevande in cibi sani e meno sani. E’ una raccomandazione del Governo britannico adottata il 19 giugno scorso. La Commissione specifica che solo “alcune aziende del Regno Unito hanno annunciato pubblicamente che ricorreranno a questo sistema, mentre altre hanno affermato che non lo faranno”.
“La risposta della Commissione è allarmante”, ha dichiarato Scottà. “Nonostante essa dica che vigilerà affinché tale misura non crei ostacoli alla libera circolazione delle merci, in linea con le disposizioni pertinenti del Trattato, preoccupa la non obbligatorietà di questo sistema, messa in evidenza nella risposta, che in pratica -precisa l’eurodeputato – non permette di eliminare completamente l’uso dei bollini, a danno dei nostri prodotti”. Secondo Scottà poi “è peoccupante, poi, leggere nella risposta data dal titolare Ue alla Salute, Tonio Borg, che ‘la Commissione non può al momento verificare la conformità della raccomandazione UK ai criteri elencati nel regolamento UE 1169 del 2011, relativo alle etichette alimentari, perché le informazioni fornite dal governo britannico non sono dettagliate'”.
L’europarlamentare della Lega giudica questa risposta “insoddisfacente”, e già valuta “l’opportunità di presentare un’ulteriore interrogazione alla Commissione”, perché “ogni cittadino europeo ha il diritto di conoscere in maniera obiettiva gli alimenti che decide di acquistare, e questo tipo di segnaletica classifica gli alimenti solo in base al contenuto dei singoli nutrienti, senza tenere conto della dieta complessiva, e dà quindi messaggi fuorvianti ai consumatori”.
Perla Ressese