Risorse nazionali ridotte da 37 milioni di euro a 15. La Commissione Ue: penalizzati gli studenti già all’estero
Brutte notizie per gli studenti spagnoli in giro per l’Europa e per quanti intendono studiare all’estero: il governo di Mariano Rajoy ha deciso di ridurre i contributi statali per le borse Erasmus, complementari a quelli comunitari, più che dimezzando l’importo precedentemente individuato dall’esecutivo di Madrid per la mobilità dei propri studenti. La disposizione approvata dal ministro per la Cultura, Josè Ignacio Wert, prevede per il nuovo anno accademico 2013-2014 – già iniziato – circa 15 milioni di euro, contro i 37 milioni dello scorso anno. Una decisione notificata alla Commissione europea, che però preferisce non entrare nel merito e non commentare. “Posso confermare che la Commissione ha ricevuto dalle autorità spagnole questa comunicazione”, ha ammesso Olivier Bailly, portavoce dell’esecutivo comunitario, precisando che la decisione del governo spagnolo “non avrà impatto sull’allocazione finanziaria dell’Ue”, indipendente dalle scelte degli stati membri. Se il contributo statale per gli spagnoli, i più attivi utilizzatori di Erasmus, diminuisce, quello comunitario invece sembra destinato ad aumentare. Nel prossimo bilancio settennale, ha ricordato Bailly, sono state destinate risorse pari al 40% in più di quanto previsto nel precedente budget pluriennale. Bailly comunque ha riconosciuto che la decisione presa in corso d’opera dal governo Rajoy “vedrà penalizzati gli studenti spagnoli attualmente in Erasmus”, dato che l’anno accademico è in corso ed è iniziato con altre regole, vale a dire con diverse sovvenzioni statali per le spese di assistenza allo studio all’estero.
Intanto in Spagna infuriano le proteste degli studenti e si discute su come utilizzare le minori risorse: per il ministro Wert “o si danno 38 euro al mese ad ogni studente Erasmus oppure si dà un aiuto di 250 euro al mese agli studenti con una situazione economica più svantaggiata”, vale a dire quelli con fascia di reddito più bassa. “Capisco perfettamente il dispiacere, ma si tratta di una scelta dolorosa”, il commento dello stesso ministro. La crisi e la necessità di tenere i conti in ordine si fanno sentire.
Renato Giannetti