Dibattito al Parlamento europeo sul contributo delle donne nei processi di pace. I casi della Colombia ed el Salvador. “Perdono le donne, ma è sconfitta tutta la società”
“Sono le donne ad avere un posto chiave nelle rivoluzioni di pace per questo si deve loro riconoscere un ruolo fondamentale”. Con queste parole Raul Romeva i Rueda eurodeputato dei verdi ha aperto un dibattito al Parlamento Europeo sul contributo delle donne nei processi di pace.
Le donne, dimenticate, abusate, stuprate, arrestate, sono quelle che soffrono di più la brutalità di una guerra, ma sono anche maggiormente ignorate durante gli accordi di pace.
“Uguaglianza vuol dire parità di genere – secondo Marc Tarabella Eurodeputato dei Socialisti e Democratici e membro della Commissione Diritti della donna e uguaglianza di genere – dobbiamo incoraggiare la parità anche ad alti livelli nei ruoli decisionali, perché la maggioranza delle donne ha un livello elevato di educazione e non è giusto che non siano rappresentate”.
A tredici anni dalle risoluzioni delle Nazioni Unite, promotrici della partecipazione delle donne nelle negoziazioni per la pace, il dibattito si è focalizzato sulla situazione in Colombia, dove si registra ancora una delle peggiori situazioni di crisi dei diritti umani nel mondo.
Le donne che difendono i diritti umani in Colombia sono vittime di violenze sessuali, le loro famiglie vengono minacciate, quando non direttamente attaccate, da gruppi armati per ridurle al silenzio, intimorirle. Sotto i loro occhi figli e mariti sono stati torturati o uccisi. Screditate nei luoghi di lavoro e nella società. Indigene ed afro-colombiane giocano un ruolo leader nel difendere i diritti di tutti, il diritto a una terra collettiva, il diritto alla consultazione sull’uso di questa terra.
“In Colombia la comunità internazionale deve accompagnare il processo di pace , si tratta di un momento storico e noi donne vogliamo prender parte agli accordi”, ha affermato Adriana Benjumea, dell’organizzazione Donne per la Pace (Mujere por la Paz).
Le donne vittime della violenza della guerra insieme ai loro figli sono il 70% dei 5 milioni di sfollati “le loro richieste – ha proseguito Benjumea – devono esser ascoltate dal Governo Colombiano nella fase post conflitto”.
Anche Clara Murguialday, esperta del processo di pace in Salvador, ha denunciato l’assenza delle donne nei posti decisionali, la loro totale assenza ricostruzione della vita politica del Paese, la mancanza di qualsiasi riconoscimento anche dei dolori invisibili della guerra. Hanno perso le donne, secondo Murguialday, perché non hanno approfittato, ma anche la società in generale è stata sconfitta, come si vede dal permanere della violenza anche nel periodo post-conflitto all’interno del Paese.
Gli organizzatori dell’incontro, dell’associazione Oidhacho, hanno chiesto alla UE, di continuare a dimostrare attenzione alle politiche per le donne, monitorando la concreta realizzazione delle risoluzioni emanate, “l’Unione Europea si deve adoperare perché in Colombia le donne partecipino effettivamente al processo di pace e alla ricostruzione del Paese”.
“ Noi Europei – ha concluso l’europarlamentare Rueda – dobbiamo contribuire all’uguaglianza delle donne sia nel nostro Continente che in qualsiasi altra parte del mondo”.
Irene Giuntella