A Mitrovica seggi presi d’assalto e urne date alle fiamme, la condanna dell’Ue degli incidenti “che hanno impedito un regolare processo elettorale”. La Nato: “Atti inaccettabili”
Violenze e tensioni in Kosovo nel giorno delle elezioni amministrative ritenute fondamentali per la relazioni Serbia-Kosovo e il processo di adesione dei due paesi nell’Ue. Ieri la minoranza serba ha boicottato la partecipazione alle elezioni in aperta polemica con le autorità kosovare, che non sono riconosciute dai serbi del Kosovo. A Mitrovica, capoluogo dell’omonimo distretto settentrionale del Kosovo, i seggi sono stati chiusi due ore prima del previsto dopo che uomini incappucciati hanno appiccato fuoco ai collegi. Altri seggi sono stati presi d’assalto, con le urne elettorali che sono state distrutte e l’interno dell’edificio danneggiato. La cronaca parla anche di lancio di lacrimogeni da parte dei nazionalisti serbi. Tensioni si registrano non solo nei rapporti tra la maggioranza kosovara e la minoranza serba, ma anche all’interno della stessa componente serba del paese. Oliver Ivanovic, leader del partito Lista serba per il Kosovo-Metohija e candidato sindaco di Mitrovica, in quanto partecipante alle elezioni è stato definito “traditore” dallo stesso elettorato serbo, che si oppone a quelle che sono viste e ritenute “elezioni albanesi”, in riferimento alla maggioranza della popolazione kosovara, di etnia albanese. “100% boicottaggio”, lo slogan di altri dimostranti. Ancora, fuori da altri seggi gruppi di nazionalisti serbi con atti intimidatori hanno tentato di non far votare altri serbi, spinti ad andare alle urne dal governo di Belgrado.
DOMANI IL PARERE DELLA MISSIONE UE – La Serbia, dalla cui normalizzazione dei rapporti col Kosovo dipende l’ingresso in Ue, ha esortato anche più del Kosovo a partecipare in modo regolare alle elezioni amministrative. Si tratta di una decisione presa dal governo di Belgrado nell’ambito del processo di mediazione dell’Ue tra la Serbia e il Kosovo, separatosi dalla Serbia nel 2008 e proclamatosi indipendente. Da allora sia Serbia che Kosovo hanno cercato di risolvere la questione in quanto entrambe le parti stanno negoziando di entrare in Europa, ma la minoranza serba del Kosovo si ostina a non riconoscere l’indipendenza del paese né l’autorità del governo di Pristina. L’Unione europea “sta monitorando gli sviluppi della situazione” e non senza preoccupazioni, fa sapere Maja Kocijancic, portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton. “Condanniamo i violenti incidenti avvenuti a Mitrovica”, incidenti che “hanno impedito un regolare processo elettorale”. L’Ue tornerà ad esprimersi sulla questione domani. “La nostra missione di osservazione elettorale – annuncia Kocijancic – si esprimerà domani in conferenza stampa”.
NATO: “ATTI INACCETTABILI” – Dura la reazione del segretario generale della Nato. “Le violenze e gli atti intimidatori di Mitrovica non sono accettabili”, il commento di Anders Fogh Rasmussen. Per ristabilire l’ordine “sono intervenuti agenti della Kfor”, la forza militare internazionale per il Kosovo guidata dalla Nato. Un’azione, precisa, condotta “su richiesta delle autorità locali e dell’Europa”. Quindi aggiunge che, anche per quanto appena accaduto, “per il momento non abbiamo intenzione di ridurre la presenza della forza Kfor, che dà un contributo importante per la normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo”.
R.G.