Solo l’8% dei cittadini prende parte frequentemente a diverse attività culturali, in Svezia il 43%
Il commissario Vassiliou: “Dati preoccupanti, i Governi prendano misure per sostenere il settore”
Italia Paese di storia e di cultura. Italia Paese in cui le università non mercificano il sapere ma danno ancora una formazione completa e accurata. Queste frasi che sentiamo spesso pronunciare a quanto pare sono ormai soltanto dei luoghi comuni. Un sondaggio dell’Unione europea rivela che il nostro Paese si trova nei bassifondi della classifica comunitaria per quanto riguarda la partecipazione in diverse attività culturali, siano esse l’ascolto di musica, il canto, il ballo, la lettura di libri, l’andare a un museo o altro.
In termini di frequenza di partecipazione a tutti i tipi di attività culturali i paesi nordici totalizzano il punteggio più alto, guidati da Svezia (43% descrivono il loro tasso di partecipazione alto o molto alto), Danimarca (36%) e Olanda (34%). All’altra estremità della scala ci sono invece la Grecia, dove solo il 5% ha tassi elevati o molto elevati di partecipazione, il Portogallo e Cipro (6%), la Romania e l’Ungheria (7%), e l’Italia, con un misero 8%. Se guardiamo i livelli di partecipazione attiva le cose non vanno meglio per noi. Se in Danimarca il 74% della popolazione ha partecipato attivamente in almeno un’attività culturale durante l’anno scorso, in Svezia il 68, in Finlandia il 63 e nei Paesi Bassi il 58%. Solo il 20% degli italiani intervistati ha detto di aver fatto la stessa cosa. Peggio di noi fanno soltanto Bulgaria (14%) e Malta (18%).
A livello Ue, anche se ci sono notevoli differenze tra gli Stati membri, il dato di questo sondaggio (a cui hanno preso parte 27mila persone) non è comunque altissimo, anzi. Solo il 38% degli intervistati dichiara di aver preso attivamente parte ad una attività culturale. In termini di partecipazione ‘passiva’, ovvero come spettatori, il numero di coloro che descrivono il loro impegno culturale come alto o molto alto è del 18% (rispetto al 21% nel 2007). Il declino della partecipazione ha interessato tutte le attività culturali, tranne il cinema (che si attesta al 52%).
Le principali ragioni addotte per non impegnarsi in cultura sono la mancanza di tempo (il 44% afferma che è questa la causa del fatto che non legge un libro), la mancanza di interesse (50% ad esempio per quanto riguarda danza e lirica), la mancanza di denaro (25%), e la mancanza di scelta (10%). L’indagine ha infine mostrato che oltre la metà dei cittadini europei utilizza ormai Internet per scopi culturali, con quasi un terzo degli intervistati che dice di farlo almeno una volta alla settimana.
“Sono preoccupato del fatto che un minor numero di cittadini dell’Ue siano coinvolti in attività culturali, come esecutori, produttori o consumatori” ha dichiarato Androulla Vassiliou. Secondo il commissario europeo per l’Istruzione e la Cultura “questa indagine dimostra che i governi hanno bisogno di ripensare il modo in cui sostengono la cultura, per stimolare la partecipazione dei cittadini e il potenziale di cultura come motore per la crescita e l’occupazione”. A questo scopo Vassiliou sottolinea che “i settori culturali e creativi anche bisogno di adattarsi a raggiungere un pubblico nuovo e di esplorare nuovi modelli di finanziamento”.
A. B.