colonna sonora: Giorgio Moroder – Chase
E’ una notte di luna piena ma la poca luce è offuscata da una fitta nebbia umida, che ti penetra le ossa con un brivido profondo. Un cane ulula in lontananza e un lupo mannaro risponde di fare meno casino che c’è gente che vuole dormire.
Stai correndo ormai senza fiato su una strada sterrata, scappando più forte che puoi, dalla vita sedentaria e dalla pancetta alcolica, ma forse anche da altro. Fare footing di notte può essere molto pericoloso, ce l’hanno insegnato un sacco di telefilms, ma tu sei convinto di fare jogging e che quindi sia diverso, come se non fosse un altro nome per la stessa cosa. Come il fatto che indossi un paio di leggins, anche se quando li hai comprati si chiamavano ancora pantacollant.
La boscaglia si fa sempre più scura, non sai più dove sei. Uno stormo di corvi dagli occhi di ghiaccio ti passa sopra la testa gracchiando sguaiato, tranne uno che invece grida “ARE? ATTOF ELHAF HIT MAC”; riconosci il maledetto corvo parlante della Settimana Enigmistica. Ma non sono gli animali a farti paura, quelli ti sono sempre piaciuti, a cottura media con patate e insalata. Non sono i rospi che ti saltano accanto chiedendo di essere baciati per trasfromarsi in project managers, o leccati per regalarti emozioni lisergiche, non è il gufo con gli occhiali, né l’aquila reale, il gatto, il topo o l’elefante e nemmeno i due liocorni.
C’è qualcosa di più spaventoso in questa notte scura di fine ottobre.
Ripensi a quando da bambino restavi fino all’alba nascosto nell’orto, insieme al tuo cane col nasone e al suo piccolo amico volatile, aspettando finalmente l’apparizione del Grande Cocomero che avrebbe esaudito tutti i tuoi desideri. Ma forse ti confondi con una striscia a fumetti americana, comincia a mancarti l’ossigeno, il cervello ti ha giocato uno scherzetto.
Dolcetto o scherzetto?
Piccoli mostri ovunque, prima li vedevi solo nei films hollywoodiani, ora sono usciti nella realtà, come su The Ring. Una tradizione importata insieme alla bibita con tutte quelle bollicine e ai panini sintetici che trovi in tutto il mondo, specie dopo una guerra per l’esportazione della democrazia. Forse per loro la democrazia è rappresentata dal colesterolo. Ma è anche per il colesterolo, che corri.
Giovani minorenni vestite da sexy streghe o sexy vampire senza che i genitori possano farci niente, d’altronde è una festa, anche se per certi versi sembra l’incarnazione dei sogni del nostro ex premier.
Quanta decadenza.
(pausa per gli applausi)
Qualcuno sta al gioco e compra tonnellate di caramelle e cioccolatini come fosse la Befana e si maschera come fosse Carnevale. Qualcun altro cerca degli escamotage per non partecipare, tipo quello che apre la porta sporco di sangue finto con una mannaia in mano o quello che si traveste da cecchino e si piazza sul tetto con un fucile vero o quello che alla fatidica domanda risponde sorridendo “scherzetto!” e scioglie i pitbull.
Ma in fondo è inutile stare troppo a pensare se faccia parte o no della nostra cultura: è una festa, tanto vale godersela.
Invece tu sei scappato di corsa, orgoglioso delle tue radici, ed ora ti ritrovi in quella che per tutti è la notte delle streghe, sperduto in una selva oscura, inciampando su altre radici, con il cuore a mille e la paura a 90.
Poi senti un rumore di acqua e ti rilassi. Hai capito dove ti trovi: poco più avanti c’è il fiume ed il collegamento per l’altra riva. Da li è facile tornare a casa, manca poco e sarai salvo. Ma ti accorgi ben presto di non essere solo.
Ti avvicini lentamente al cavalcavia e intravedi, nei vapori grigi, delle strane figure che ti vengono incontro. Sono malfermi, si trascinano scomposti a passi lenti ma inesorabili, fanno strani versi gutturali ed emanano un fetore nauseabondo. E allora capisci.
Te la sei cercata, hai voluto andare contro corrente come un salmone ed ora ti senti un baccalà. Volevi scappare dall’orrore di una festa che non sentivi tua e sei finito nel classico horror italiano anni 80. Sai che in fondo è giusto così e decidi di andare fieramente incontro al tuo destino.
Tutti gli altri si divertono come pazzi accendendo candele nelle zucche vuote e alimentando il consumismo con simpatici gadget usa e getta, mentre tu sei arrivato alla tua destinazione: un viadotto pieno di zombies.
Quello che per l’Italia è sempre stato…
IL PONTE DEI MORTI!
(qui immaginate un urlo agghiacciante e una dissolvenza al nero)
Buon tranquillo uichènd (lungo) di paura.
Francesco Cardarelli