La prossima settimana il collegio dei commissari dovrà decidere se rilanciare la procedura di autorizzazione: “Tutte le garanzie scientifiche sono state prese” ma Greenpeace: “Lacune nei test di sicurezza”
Potrebbe arrivare la prossima settimana la luce verde della Commissione Ue ad una nuova coltura geneticamente modificata in Europa. Mercoledì il collegio dei Commissari si dovrà esprimere sul dossier dell’autorizzazione alla coltivazione nell’Unione del mais geneticamente modificato 1507. A riportare il caso sul tavolo dell’esecutivo Ue, la condanna arrivata alla fine di settembre dal Tribunale europeo. Secondo i giudici Bruxelles avrebbe ritardato la procedura di autorizzazione del dossier e deve ora dare un seguito giuridico alla procedura di autorizzazione. L’Iter all’autorizzazione del mais per la coltivazione 1507 è in sospeso già dal 25 febbraio 2009, quando l’allora Comitato Ue di autorizzazione non era riuscito ad esprime sul dossier né una maggioranza a favore, né una contraria. Se l’esecutivo Ue dovesse decidere di rilanciare la procedura sarà comunque il Consiglio a dovere decidere se dare o meno il via libera alla coltivazione.
Quello di mercoledì è insomma uno step intermedio ma che già basta a riaccendere il dibattito sulla coltivazione di Ogm in Europa. Se si decidesse di rilanciare la procedura di approvazione, questa sarebbe la prima coltura Ogm permessa in Europa in oltre tre anni, sottolinea Greenpeace. Secondo l’associazione ambientalista Bruxelles non sta tenendo conto delle preoccupazioni degli scienziati europei sull’impatto che la coltivazione potrebbe avere su farfalle, falene e altri impollinatori, né delle lacune sostanziali nei test di sicurezza. Il mais 1507, spiega Greenpeace, è geneticamente modificato per produrre una tossina pesticida chiamata Bt e per resistere a un certo tipo di erbicida. Gli ambientalisti ricordano che l’ente europeo per la sicurezza alimentare (Efsa) nel 2011 ha riconosciuto che la tossina Bt potrebbe essere dannosa per farfalle e falene. Non solo: “L’autorità di sicurezza alimentare dell’Ue non ha correttamente valutato i rischi connessi con la tolleranza del mais geneticamente modificato agli erbicidi” attacca Marco Contier, policy director per l’agricoltura di Greenpeace: riaprire la procedura di autorizzazione “alla cieca” continua sarebbe una “decisione sconsiderata da parte della Commissione, che metterebbe gli interessi delle compagnie biotech davanti a quello della sicurezza pubblica”.
Rassicurazioni arrivano invece dalla Commissione: “Il fatto che il collegio dei commissari discuta e debba prendere una decisione sull’Ogm 1507 – ha spiegato questa mattina uno dei portavoce – significa che tutte le garanzie scientifiche sono state prese”. Il testo del dossier, ha aggiunto, “non sarebbe sul tavolo dei commissari mercoledì prossimo, se tutte le garanzie richieste dall’Efsa non fossero state date alla Commissione”. Il portavoce ha spiegato che “l’agenzia europea per la sicurezza alimentare ha avuto tutti gli elementi per affermare che l’Ogm in questione risponde ai criteri necessari in materia di sicurezza alimentare e ambientale”.
Letizia Pascale